La crisi del gas: più stoccaggi meno consumi

Achille

Colombo Clerici*

Crisi del gas: supereremo linverno grazie agli stoccaggi e se la temperatura ci darà una mano. Il problema vero sarà l’inverno 2023-2024 quando bisognerà rinnovare gli stoccaggi senza il supporto della Russia (che continua a rifornirci di gas seppure in misura ridotta) e con le rotte del gas, dunque quelle energetiche, cambiate per sempre. E’ quanto afferma l’Ispi, uno tra i più qualificati think-tank italiani. L’Italia, nonostante i proclami, non è ancora attrezzata. Urgente sarebbe procedere su un doppio binario: da un lato potenziando le infrastrutture, cioè più capacità di stoccaggio, più rigassificatori; dall’altro incentivando le persone e le imprese a ridurre i consumi. Cosa che non avverrà continuando a intervenire a favore di una riduzione dei prezzi (bollette meno care con risorse pubbliche), salvaguardando comunque famiglie e imprese in reale difficoltà. Rigassificatori e Tap, il gasdotto del sud, hanno finora tamponato la situazione: il problema è che l’Italia sta già lavorando al massimo della capacità per quanto riguarda questi flussi. Le fonti alternative latitano. Il gas norvegese viene ‘intercettato’ dalla Germania; da Algeria e Libia arriva poco o nulla; gli Usa sono al massimo della capacità di esportazione di Gnl (Gas Naturale Liquefatto), ma a prezzi che sono il triplo del gas russo. E c’è il non trascurabile problema che non siamo in grado di trasformare il GNL in gas da immettere nelle condutture senza un numero adeguato di rigassificatori (abbiamo un terzo di quelli che servirebbero). Se, nella più ottimistica delle ipotesi, riusciremo ad arrivare senza traumi a fine inverno (marzo 2023) potremmo trovarci senza riserve strategiche per l’inverno successivo. Con questo scenario sembra difficile poter evitare i razionamenti, se non addirittura restrizioni come il coprifuoco (niente illuminazione pubblica), in inverno. I razionamenti non sono altro che l’imposizione di un obbligo ai cittadini, da parte del governo, di fare quello che ora non stanno facendo. Quando la situazione si sarà normalizzata (2024?) sarà opportuno approvvigionarci da diversi fornitori in tutto il mondo (Usa, Qatar, Egitto, Israele, Nigeria, Australia eccetera), evitando nuove dipendenze. Nel frattempo, però, poche voci si levano sul potenziare e riattivare i depositi di gas italiano. Un silenzio che fa rumore. *Presidente Assoedilizia

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