
Una biopasta per salvare e restaurare i coralli. E un cerotto naturale per curarli. Sono le ultime invenzioni studiate dai...
Una biopasta per salvare e restaurare i coralli. E un cerotto naturale per curarli. Sono le ultime invenzioni studiate dai ricercatori del Marhe Center - il centro studi dell’Università di Milano-Bicocca alle Maldive - insieme all’Istituto Italiano di Tecnologia e all’Acquario di Genova.
Il nuovo materiale brevettato si chiama “Active Biopaste”, è una pasta a base di olio di soia modificato e grafene che, una volta mescolata, indurisce ancorando i coralli e accelerandone la crescita grazie alla tecnologia della mineralizzazione elettrochimica. "Ciò che rende unica la nostra soluzione è l’integrazione di due funzioni fondamentali in un solo materiale innovativo – spiega Gabriele Corigliano, primo autore dello studio e dottorando in Scienze Marine alla Bicocca e nell’unità Smart Materials –. Da un lato, questa pasta semplifica il fissaggio dei coralli, rendendolo più sicuro e affidabile sia nei vivai subacquei sia sulla barriera corallina. Dall’altro, grazie alle sue proprietà conduttive, stimola la crescita dei coralli attraverso la Mineral Accretion Technology, tecnica che utilizza correnti elettriche a bassa intensità per depositare su strutture metalliche carbonato di calcio, il materiale impiegato dai coralli per costruire i propri scheletri".
Il secondo studio - che vede il dottorando Vincenzo Scribano come primo autore - ha portato alla creazione di una sorta di cerotto che unisce un film idrofilo caricato con antibiotici e realizzato con chitosano (polimero che deriva dai crostacei) a un sigillante naturale idrofobico a base di cera d’api e oli vegetali di girasole e lino. "Questa tecnologia ci permette di curare i coralli da malattie aggressive che tendono a danneggiarne i tessuti e a diffondersi rapidamente nelle barriere coralline", spiega Scribano.Si.Ba.