La banda dei ladri del lusso Il deposito della merce a Paderno

Denunciato il titolare di un’officina che riscuoteva 2mila euro d’affitto per la custodia della refurtiva . I colpi messi a segno in pelletterie di pregio: nel giro di tre mesi trafugato oltre un milione di euro

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di Dario Crippa

La base operativa era a Paderno Dugnano. I carabinieri li vedevano transitare di lì nei loro viaggi carichi di refurtiva di lusso. Una banda perfettamente organizzata, 9 specialisti del furto di origine romena (età compresa fra 29 e 48 anni, residenti fra Milano, hinterland, Bergamasca, Piacenza e Brianza), capaci nel giro di tre mesi di accumulare un milione e 100mila euro di refurtiva. Capi di lusso, rubati soprattutto in pelletterie di pregio. Dal Milanese al Friuli alla provincia di Firenze. Con tattiche militari. Perché i ladri del lusso, quando entravano in azione, disseminavano le vie di accesso al loro obiettivo e le vie di fuga di auto rubate (almeno 75 quelle sottratte in tre mesi) che abbandonavano in mezzo alla strada, a volte addirittura incendiando pneumatici, per impedire o quantomeno rallentare il passaggio delle forze dell’ordine. Ma tutto questo ora è finito. Dalle prime ore dell’alba, nelle province di Monza Brianza, Milano, Lecco, Bergamo e Piacenza, i militari del Comando provinciale di Monza Brianza, coadiuvati dai Comandi Arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Monza su richiesta della Procura, in quanto ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro il patrimonio e segnatamente furti avente ad oggetto consistenti quantitativi di capi di abbigliamento e accessori di marchi prestigiosi.

Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto Manuela Massenz, hanno avuto inizio nel novembre 2021 a seguito di un ingente furto per un valore stimato di oltre 352mila euro e ulteriori danni strutturali per 20mila euro nella ditta MA.BI di San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, società che cura la fase di “controllo qualità” delle produzioni per conto di un noto marchio della moda.

Dalle verifiche effettuate analizzando le immagini riprese dai sistemi di video è stato possibile rilevare come i malviventi avessero raggiunto la sede della società in questione con veicoli rubati nel corso delle ore precedenti in zona. L’indagine, avviata dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Monza, ha consentito di documentare alcuni fatti fondamentali Era attiva un’organizzazione criminale composta da 9 persone (capo compreso); i delinquenti, per garantirsi la via di fuga, erano soliti bloccare le principali vie di accesso ai magazzini e caveaux oggetto di furti posizionando veicoli rubati e incendiando pneumatici; venivano utilizzate auto rubate come “ariete” per forzare i cancelli di ingresso, all’interno dei quali era custodita la merce di valore, spesso di marche famose e di lusso; la merce rubata, in attesa di essere venduta, veniva custodita dal proprietario di un’autofficina di Paderno Dugnano, che in cambio percepiva la somma di 2mila euro quale compenso per la custodia (l’uomo è stato già denunciato); i criminali pianificavano nel dettaglio ogni attività, attribuendo un compito preciso a ogni membro della banda ed effettuando decine di sopralluoghi prima di colpire.

Almeno 11 gli assalti ricostruiti in altrettanti depositi di marchi “griffati” (tra tentati e consumati). Sono state rinvenute nell’officina di Paderno Dugnano e riconsegnavate al legittimo proprietario 345 borse di lusso in pelle, nuove: erano state rubate nella notte del 13 aprile in una pelletteria di Reggello, in provincia di Firenze.

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