La baby gang del parco tra sfide social e rapine

Dodici raid in due mesi contro minorenni: un sedicenne al Beccaria, altri tre in comunità. E la polizia sventa una maxi rissa a San Siro

Baby gang (archivio)

Baby gang (archivio)

Milano, 28 febbraio 2021 - Strafottenti e spavaldi anche davanti alle forze dell’ordine (e agli sguardi increduli dei genitori). Fieramente bulli persino durante le perquisizioni degli agenti, arrivati nelle loro case per notificare quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale per i minorenni. La coda amara di una vicenda già pesante dal punto di vista umano e penale, specie per l’età dei protagonisti. Sì, perché nei giorni scorsi gli uomini della squadra investigativa del commissariato Porta Genova, coordinati dal dirigente Roberto Guida, hanno chiuso la prima parte dell’indagine su una baby gang che da mesi si accaniva sui minorenni che frequentano il parco di via Solari intitolato a don Luigi Giussani e la zona del campetto di basket di via Dezza: un sedicenne, con precedenti, è finito al Beccaria; altri tre complici di 15 anni sono stati trasferiti in altrettante comunità rieducative.

I segugi di piazza Venino hanno trovato riscontri (tra denunce e immagini delle telecamere) su dodici rapine avvenute sempre nelle stesse aree tra il 23 agosto e il 28 ottobre 2020: nel mirino ragazzini di 13-14 anni, picchiati e rapinati di soldi, cellulari e capi d’abbigliamento di marca. C’è però il fondato sospetto che la banda abbia agito almeno altre sei volte, a cavallo tra il 31 dicembre 2020 e il 17 gennaio 2021. Inoltre, i poliziotti ritengono che il gruppo fosse ben più nutrito: ci sarebbero altri otto adolescenti, tra maschi e femmine, che avrebbero recitato ruoli attivi da comprimari in diverse occasioni, su un numero complessivo di una quindicina di giovanissimi che gravitavano abitualmente nel branco. La tecnica d’assalto si ripeteva ogni volta: il malcapitato di turno veniva fermato in strada con la scusa della sigaretta o della richiesta di una piccola somma di denaro; poi scattava l’accerchiamento e il pestaggio brutale, finalizzato a vincere l’eventuale resistenza degli aggrediti e a far sì che il blitz si concludesse rapidamente. Valga per tutti il colpo del 28 ottobre, ripreso da un occhio elettronico: un tredicenne in bicicletta è stato avvicinato e picchiato con calci al volto e all’addome, anche quando si trovava già a terra.

Per fortuna, nessuna delle vittime ha riportato gravi conseguenze, anche se in alcuni casi è stato necessario il ricovero in pronto soccorso per medicare ferite e contusioni con prognosi tra i 5 e i 10 giorni. Stando alle informazioni a disposizione, la composizione della banda e i legami interni che si sono sviluppati nel tempo sembrano non combaciare con il modello classico di baby gang: non vengono tutti dalla stessa zona, alcuni vivono al Giambellino e altri dalle parti di via Savona; non necessariamente frequentano la medesima scuola, e la loro conoscenza si è spesso cementata sui social partendo dai "like" a un post; alcuni provengono da contesti complicati, altri sono nati e cresciuti in famiglie benestanti, con padri e madri che però erano completamente all’oscuro delle frequentazioni dei figli. L’inchiesta del commissariato Porta Genova è risultata decisiva anche per evitare un paio di maxi risse. La prima avrebbe avuto come ring il parchetto di via Dezza nel pomeriggio del 16 gennaio, ma gli agenti hanno intercettato i messaggi di sfida via web, consentendo così alla Questura di organizzare un servizio preventivo che frenasse i bollenti spiriti della banda del parco Solari e dei loro avversari. Finita lì? No, perché una settimana dopo la banda ci ha riprovato in piazza Vetra, davanti al parco delle Basiliche, trovando ancora le forze dell’ordine in attesa. I motivi della contesa? Liti tra ragazzine o per video circolati sulle chat.

Più o meno gli stessi motivi che sabato scorso avevano richiamato in piazza Duomo 200 adolescenti per darsele di santa ragione: in quell’occasione, erano stati i poliziotti in servizio anti-assembramento a evitare una zuffa dalle conseguenze poco pronosticabili. E lo stesso copione, a testimonianza di un fenomeno ben più ampio e "inedito" di "aggressività minorile" di cui ha parlato anche il prefetto Renato Saccone in una recente intervista al Giorno , si è ripetuto ieri pomeriggio: stavolta l’appuntamento era in zona San Siro, e ancora una volta l’opera di prevenzione della Questura ha scongiurato contatti ravvicinati tra fazioni opposte. Dopo le procedure di identificazione, i baby rivali sono stati allontanati e in alcuni casi riaffidati direttamente ai genitori. L’area è stata monitorata fino a sera.  

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