Just Eat, rider subordinati. Ma incognita sul contratto

"Stiamo approfondendo, anche con il supporto dei nostri consulenti tecnici, l’aspetto contrattuale", spiega la multinazionale del food delivery

Just Eat

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Just Eat non torna indietro, e conferma ai sindacati la volontà di inquadrare i rider con rapporti di lavoro di natura subordinata dal 2021, punto di svolta nel lungo percorso per stabilire tutele nella giungla delle consegne a domicilio. C’è però una grossa incognita, quella della forma contrattuale in grado di garantire nello stesso tempo la flessibilità. "Stiamo approfondendo, anche con il supporto dei nostri consulenti tecnici, l’aspetto contrattuale", spiega la multinazionale del food delivery, che ieri ha incontrato i sindacati Cgil, Cisl e Uil. "Dal punto di vista organizzativo dovrà trattarsi di una struttura coerente con le necessità di questo business – prosegue la società - che ha elementi e peculiarità precise e al momento non troviamo un contratto collettivo nazionale di riferimento completamente adeguato. Continueremo però ad approfondire, anche da un punto di vista tecnico".

Just Eat conferma inoltre la creazione nelle grandi città come Milano, Roma, Bologna e Firenze di hub in centro dove i rider potranno ritirare e utilizzare mezzi di trasporto forniti dall’azienda e strumenti per le consegne. Nelle zone meno centrali, e nelle città più piccole, i rider potranno operare con mezzi propri e senza recarsi all’hub per l’inizio del turno, "ottimizzando così tempi, costi e area di consegna". Dai sindacati arriva un’apertura di credito. "Un confronto positivo – spiega la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti – i contratti nazionali esistenti, in primis quello della logistica, sono gli strumenti giusti per garantire lavoro di qualità e con diritti. Sarà ora necessario capire come sarà gestita questa fase di transizione".

Andrea Gianni

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