SIMONA BALLATORE
Cronaca

Un fan di 007 sul set di James Bond: "Io, dottore di Daniel Craig"

L'avventura di Edward Coffrini Dell'Orto, comparsa in Casino Royale e collezionista doc: nel suo Admiral Hotel ospita oltre 6mila mirabilia dell'agente speciale

Edward Coffrini Dell'Orto

Milano, 4 luglio 2016 - Persino il suo numero di telefono finisce con “007”. Edward Coffrini Dell’Orto è bondiano in tutto. Stile elegante, voce profonda e una passione per il suo beniamino che lo ha portato a calcare il set di Casino Royale. Dieci anni fa c’era anche lui nell’incantevole villa del Balbianello, in quel di Lenno. Nella dimora comasca, trasformata in clinica per rimettere in sesto l’agente speciale interpretato da Daniel Craig, Dell’Orto vestiva i panni di un dottore. "Quando ho saputo che giravano sul lago e stavano selezionando le comparse non potevo perdere l’occasione – racconta Dell’Orto - ho stressato tutti al casting, ricordando la mia passione per Bond e alla fine hanno ceduto". All’anteprima, promossa dal Fai, proprietario della villa, riempì la sala con 700 amici. Oggi nel suo hotel Admiral, in via Domodossola, custodisce una vastissima collezione visionabile da tutti gli appassionati dell’eroe di Ian Fleming. Il culto per l’agente segreto ha radici antiche, con il piccolo Edward innamorato della serie tivù Attenti a quei due, la spy story con Roger Moore e la Lotus Esprit S1 subacquea equipaggiata tra l’altro con pezzi di famiglia, i carburatori Dell’Orto. Anche il design era italianissimo, firmato Giugiaro. L’affetto per l’agente era ancora più speciale. "La mia numero 1 è una macchinina a cui sono legatissimo, ci giocavo sempre da bambino – ricorda Dell’Orto –. A sei anni mi è caduta dalla reception dell’hotel e ho fatto di tutto per recuperarne un modello uguale da cui ho staccato i pezzi per riaverla. Per me ha lo stesso valore della Numero Uno di Paperon de’ Paperoni". Ed è stata anche la numero uno di una collezione infinita - ciascuno dei 6mila pezzi ha un’avventura alle spalle - che non tiene nascosta (tranne, per ovvi motivi, il Rolex E538 Sub Marine uguale a quello indossato da Sean Connery, ndr) ma ha deciso di aprire agli appassionati, organizzando mostre a tema e rendendola sempre visitabile gratuitamente nel suo Admiral.

Dal set ai libri, il Bond italiano ne ha scritti sei, tra cui James Bond 007 - 50 anni di un mito edito da Mondadori. Per arrivare ai drink: a ogni cocktail in lista corrisponde una scena di un film o di un romanzo: "Perché di non solo Dry Martini e Vesper vive 007", promette. Una passione contagiosa: insieme all’amico Francesco Mancini ha esplorato quasi tutti i set bondiani, recitando in loco le battute anche se il suo luogo del cuore resta il Balbianello e manca ancora una tappa alle Bahamas di Thunderball. Oggi Dell’Orto si batte anche per far aprire gli occhi a chi si occupa di turismo a Milano. "I cineturisti ci sono, le mete pure, manca la giusta comunicazione". Anche se il Bond cinematografico non ha ancora fatto capolino in città, il Bond letterario è già passato dalla storica Fiera in Niente fiori per James Bond di John Gardner, andava a cena dal “vecchio” Giannino” e alloggiava al Principe di Savoia. L’Aston Martin DB5 utilizzata da Sean Conner nel 1964 è passata anche da Piazza Duomo, lasciando il segno. "Adesso con il CityLife e l’inserimento di Milano tra le 10 città al mondo da visitare, una capatina di Bond sarebbe gradita".