Io, expat fra le tensioni di Taiwan "Minacce ma la guerra non ci sarà"

Il professor Silvano Donati, luminare dell’optoelettronica vive sull’isola: la Cina punta sulla propaganda "Trascorriamo giornate apparentemente normali fra preoccupazioni e lavoro nei colossi hi tech".

di Andrea Gianni

"Xi Jinping sta facendo già la guerra, non quella delle armi ma quella più sottile della propaganda e della disinformazione, per adesso con pochi frutti". La testimonianza da Taiwan, in giornate segnate da forti tensioni con la Cina, arriva dal milanese Silvano Donati, professore emerito della facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia e luminare dell’optoelettronica. Donati, 80 anni, vive da tempo tra l’Italia e l’isola asiatica, dove prosegue la sua carriera da visiting professor. Ha scritto una lettera al Giorno, con analisi e impressioni da una zona attraversata da nuovi venti di guerra. "La minaccia pare non preoccupare più di tanto i taiwanesi, indaffarati nelle aziende ad alta tecnologia – spiega – e tutti sono convinti che la Cina al di là della disinformazione non voglia affatto fare una guerra. Per gli expat come me, che sono forse più sensibili alle minacce verbali, non c’è motivo di preoccupazione perché la nazione taiwanese che osserviamo è coesa e compatta. Se si vuol fare un guerra la si fa davvero e col vantaggio della sorpresa, non la si minaccia con la parata di mezzi militari del tutto insufficienti a una guerra vera".

Donati parla anche di "motivi politico-economici" che allontanerebbero l’ipotesi di un conflitto, come la presenza a Taiwan della società Tsmc, il più grande produttore di semiconduttori al mondo, fornitore di Europa e Stati Uniti. "Xi Jinping non è dissennato come Putin – scrive il professore – invadere Taiwan comporterebbe un altissimo costo anche in termini di vite umane e non ne vale la pena se c’è un metodo più semplice. E infatti egli aspetta che a Taiwan il partito Kmt vinca le elezioni. Il Kmt propugna la riunificazione con la Cina e chiamerebbe Pechino a venire a governare a Taipei. Sorpreso, ho domandato ad amici del Kmt: vorreste davvero essere governati dai cinesi di Pechino? La curiosa risposta: sì, perché ci sentiamo cinesi". Donati descrive Taiwan come "la Svizzera dell’Estremo Oriente", con una "eccellente" qualità della vita, trasporti pubblici che funzionano, piste ciclabili, una "vivace vita culturale" e la possibilità di comunicare quasi ovunque in inglese. "Il Governo Taiwanese – scrive – ha annunciato che rimborsa l’eccedenza di tasse versate l’anno scorso. Siamo su un altro pianeta rispetto all’Italia. Se vi arrabbiate quando in Italia soffrite gli imbrogli, il pressapochismo, il malfunzionamento, il favoritismo, la maleducazione, allora Taiwan vi sorprenderà piacevolmente se siete pronti a lavorare sodo, a rispettare le leggi e le norme del bon ton nelle relazioni con il prossimo".

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