
La simbolica posa dalla prima pietra di InOltre (Spf)
Baranzate (Milano), 5 ottobre 2019 - Nel vecchio capannone vicino all’oratorio, in un quartiere ai bordi di Milano nasce “InOltre”, spazio di inclusione e formazione e ascolto. «Non una semplice attività sociale, ma un laboratorio di futuro, un modello per tante periferie», ha detto don Paolo Steffano, il prete della parrocchia di Sant’Arialdo a Baranzate da cui è partita la scintilla una decina di anni fa.
Ieri la posa della prima pietra. All’occasione non sono mancati gli imprenditori Diana Bracco e Paolo Barilla e monsignor Luca Bressan, che ha portato il saluto dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini. Il capannone di via Fiume, nel quartiere di via Gorizia, il più multietnico dell’hinterland milanese, secondo in Italia per concentrazione di migranti (33% su 11mila abitanti) che conta la presenza di ben 76 diverse nazionalità, «diventa un luogo di rinascita, uno spazio per integrare, lavorare, formare e ascoltare» dice il don. E aggiunge: «Riusciamo a realizzare un nostro sogno, quello di riunire in un unico luogo tutte le nostre attività compresa la distribuzione gratuita di cibo alle famiglie in difficoltà. Un progetto ambizioso a cui hanno creduto in tanti». A dar le gambe all’idea ci ha pensato Diana Bracco con una donazione personale da un milione di euro che ha reso possibile l’acquisto e l’avvio della ristrutturazione. «Sono entrata in collisione con don Paolo ai tempi di Expo nel 2015. Mi ha parlato del suo sogno e ho pensato che fosse da realizzare, mi fa molto piacere aiutare la sua associazione perché Baranzate sta diventando un modello per tante periferie, un modello di cui Milano si deve arricchire. Qui è nato un laboratorio di inclusione sociale che tocca aspetti fondamentali della vita come il lavoro, la salute e l’educazione dei bambini», ha detto la presidente di Fondazione Bracco che dal 2016, nel quartiere Gorizia, ha avviato insieme a LaRotonda il progetto «Oltre i Margini» che punta all’inclusione attraverso la sartoria sociale «Fiori all’Occhiello» dove lavorano sarte immigrate e ad assicurare il diritto alla salute per tutti grazie a due realtà come l’Ospedale Sacco e il Centro Diagnostico Italiano, che offrono un servizio di pediatria e di prevenzione medica per le donne del quartiere. Questo e molto altro troveranno casa in via Fiume. Fra i primi a farsi avanti a sostenere “InOltre” c’è Paolo Barilla attraverso la Fondazione Tredici marzo e Fondazione Cariplo e l’Opera San Francesco di Milano.