Inflazione e stipendi in Lombardia, Milano capitale dei rincari: pesano casa, salute e svago

Costo della vita, quattro città lombarde tra le prime dieci in Italia. Balzo di Varese e Lecco Gualzetti (Caritas): "Sempre più lavoratori poveri". Altomonte, Bocconi: ora adeguare i redditi

Il carrello della spesa con prezzi sempre più "gonfiati dall'inflazione"

Il carrello della spesa con prezzi sempre più "gonfiati dall'inflazione"

Milano, 22 gennaio 2024 –  La povertà ha nuovi volti, numeri e profili sociali. Anche chi un lavoro ce l’ha, rischia di non arrivare a fine mese. Soprattutto quando i prezzi si gonfiano. Soprattutto nella città più cara d’Italia.

A Milano la Caritas registrava tra gli utenti già nel 2021 un aumento progressivo del numero dei lavoratori poveri: "Durante la pandemia più di 1.600 persone che non ne avevano mai avuto bisogno si sono rivolte a noi. Ci aveva colpito il peso della componente degli occupati, che erano pari al 33,4%, rispetto al 19% del 2019. Dalle storie di queste persone era emerso che, pur presentando problematiche diverse, tutte erano accomunate da difficoltà lavorative", racconta il direttore Luciano Gualzetti. Le cose non sono andate meglio nel 2023. Il lavoro povero e l’inflazione sono stati un’arma a doppio taglio per le famiglie, tanto che sono sempre di più i precari del lavoro che necessitano di un’integrazione del reddito per far fronte alle più basilari spese del quotidiano.

La spirale inflazionistica ha impattato sulle famiglie milanesi con un rincaro annuo che l’Unione Nazionale Consumatori ha calcolato in 1.656 euro. Un aumento del 6,1%. Dato che pone Milano in cima alla classifica delle città più costose d’Italia. Poco lontano Varese, con un esborso di 1.582 euro a famiglia. Altre due province lombarde tra le prime dieci posizioni: al nono posto Lecco e Lodi, con un rincaro di 1.447 euro e un aumento dei prezzi del 5,7%. Pur non essendo Milano la città con la maggiore inflazione registrata (Genova e Brindisi schizzano al +6,9%), è qui che la spesa è stata più salata per le famiglie.

Le difficoltà tendono a nascondersi tra maglie più strette, escludenti più che esclusive. Se il reddito è maggiore, bisogna tenere a mente, come sottolinea Mauro Antonelli, responsabile dell’Ufficio Studi dell’Unc, che non è così per tutti: "Ci sono famiglie che sfuggono alle statistiche della povertà assoluta. Hanno un reddito superiore alle soglie fissate ma fanno fatica ad affrontare spese impreviste. Basti pensare che una delle prime spese che vengono pagate in ritardo sono quelle condominiali".

Tra i prodotti più inflazionati, a Milano spiccano alcuni punti critici: il prezzo dei servizi sanitari, ad esempio, aumenta del 2,5% contro l’1,6% della media italiana. Quello dei servizi ricettivi e di ristorazione esplode al 9,4%. Tra i servizi ricettivi, quelli d’alloggio, aumentati del 21,3%, laddove la media della penisola è dell’11,7%. In generale, l’indice inflattivo della Lombardia è al di sopra delle media italiana per quanto riguarda il costo di prodotti alimentari e bevande analcoliche, dell’abitazione, dell’acqua, dell’elettricità, del gas. Per attività di ricreazione, spettacoli e cultura persino.

"Gli aumenti legati all’inflazione stanno coinvolgendo tantissime città del Nord Italia e in particolare della nostra regione, per questo su molti fronti è importante che il governo intervenga per rallentare il peso di alcuni costi per i cittadini – commentano dal Comune di Varese – stiamo intervenendo in modo diretto per andare incontro ai cittadini. Nel caso dei rifiuti, il Comune è intervenuto con le proprie risorse per coprire gli aumenti con un rimborso del 12%. Stiamo potenziando tutta una serie di servizi, come quelli scolastici, a partire dall’incentivo dei nidi gratis per favorire i giovani nuclei familiari".

Il sindaco di Lecco Mario Gattinoni aggiunge: "La popolazione lecchese ha certamente avvertito il caro-prezzi, soprattutto per quanto riguarda le fasce più deboli. La giunta ha ottenuto e finanziato appositi fondi per sostenere il pagamento delle utenze per sostenere le famiglie incapienti. Ci siamo sforzati di tenere ove possibile le tariffe più basse".

Contenere i prezzi, come spiega Carlo Altomonte, professore dell’Università Bocconi, però non basta finché ad aumentare non sono i salari: "Abbiamo visto uno scenario inflattivo che non si vedeva da cinquant’anni. Ha prodotto rincari che riguardano il costo di beni ai quali le famiglie non possono rinunciare. Dovremmo vedere prima o poi un graduale recupero dei salari a questo aumentato livello. Se ieri si è lavorato sui prezzi per evitare che il carrello della spesa costi troppo, oggi bisogna lavorare sulla politica dei redditi".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro