
Sullo schianto mortale indagano gli agenti della Polizia locale
Milano, 11 marzo 2020 - Un tentativo di rapina con sparatoria nel Lodigiano. Un incidente mortale in via Novara. Un ferito da arma da fuoco lasciato davanti al pronto soccorso del San Carlo.E il pirata della strada che si presenta nella notte al Niguarda per farsi medicare le profonde ferite alla testa e lì viene bloccato con l’accusa di omicidio stradale. Le indagini sono ancora in corso, ma c’è il forte sospetto che ci sia un collegamento diretto tra tutti gli episodi accaduti tra la prima serata di sabato e la notte di domenica a cavallo tra le province di Lodi e Milano e che le persone coinvolte siano sempre le stesse; cioè la pista battuta dagli inquirenti è che sia il ferito del San Carlo che il pirata di via Novara fossero nel gruppo di malviventi che qualche ora prima ha assaltato un esercizio commerciale.
Ecco la possibile ricostruzione dei fatti, ancora al vaglio degli investigatori del Comando provinciale dei carabinieri di Lodi. Sabato sera, alcuni banditi incappucciati fanno irruzione in una rivendita di formaggi a Mulazzano, un paesino di 6mila abitanti in provincia di Lodi, ma, stando a quanto risulta al Giorno, vengono sorpresi dal titolare dell’esercizio commerciale, che riesce a metterli in fuga esplodendo alcuni colpi di pistola. I rapinatori rimontano a bordo di un’auto, ripresa dalle telecamere di sorveglianza installate nella zona, e scappano a tutta velocità. E qui si chiude la prima parte della storia, finora inedita.
La seconda comincia a Milano, alle 23.45, all’incrocio tra via Novara e via Silla, all’estrema periferia nord-ovest della città: un’Audi travolge una Bmw X1 grigia con due sessantunenni a bordo, R.A. ed E.C. L’impatto è violentissimo, entrambe le auto sono ridotte a un ammasso di lamiere: all’arrivo dei sanitari del 118, il sessantunenne alla guida della Bmw, originario di Ravenna, è in condizioni disperate, e per lui si rivelerà purtroppo inutile il trasporto a sirene spiegate in ospedale; la donna, invece, viene portata in condizioni meno preoccupanti al Niguarda. Il conducente dell’Audi, che poi verrà identificato per il pregiudicato romeno di 47 anni Marian Florea, riesce a uscire dall’auto e ad allontanarsi a piedi, non si sa se insieme ad altri eventuali passeggeri
Probabilmente chiama qualcuno, perché all’improvviso, riferiranno alcuni testimoni, sbucano dal nulla tre auto scure; Florea si infila in una di queste e sparisce. Mentre via Novara si riempie di Volanti della polizia e auto del Radiomobile e della Squadra interventi speciali della polizia locale, al pronto soccorso del San Carlo, si presenta il ventiduenne romeno Marius A., pure lui con precedenti per reati contro il patrimonio e pure lui legato al campo nomadi di Figino (che dista poche centinaia di metri dal luogo dell’incidente): ha una ferita da arma da fuoco all’inguine, viene subito operato e poi ricoverato in osservazione. Tutto finito? No, perché nel corso della notte anche Florea si reca in ospedale, al Niguarda: nonostante l’airbag, ha sfondato con la testa il parabrezza dell’Audi e ha riportato gravi traumi. Sul posto arrivano i ghisa, titolari dell’indagine sullo scontro delle 23.45: l’uomo, piantonato, è accusato di omicidio stradale. Il sospetto è che Florea sia stato prelevato da alcuni connazionali e portato a Figino, ma che la profondità delle ferite al capo l’abbia costretto ad andare in pronto soccorso e di fatto ad autodenunciarsi.
Sulla seconda parte della storia ci sono pochi dubbi. Sul fatto che ci sia un legame con la prima parte ci sono, come detto, fortissimi sospetti. C’è un particolare che non torna al momento: l’auto utilizzata dai rapinatori di Mulazzano non è la stessa che si è schiantata in via Novara contro la Bmw. Tuttavia, è possibile che i balordi abbiano effettuato un cambio macchina e che l’Audi sia entrata in scena soltanto in un secondo tempo per sviare le indagini dei carabinieri; oppure che la berlina non sia stata utilizzata per arrivare fino al luogo del colpo ma esclusivamente per fare da staffetta. Pare essere questo l’unico tassello mancante della dinamica complessiva. E per questo nessun tipo di provvedimento è stato preso nei confronti del titolare del negozio di Mulazzano che ha esploso i colpi di pistola: al momento, infatti, non c’è la certezza che uno di quei proiettili sia andato effettivamente a segno colpendo un rapinatore.