Milano, incidente in monopattino: la svolta. Nei guai anche l’azienda che lo affitta

Primo processo per un investimento. Sul banco degli imputati non solo il guidatore del mezzo, ma anche il rappresentante (tedesco) della società Bird

I monopattini elettrici sono sempre più diffusi nelle grandi città

I monopattini elettrici sono sempre più diffusi nelle grandi città

Milano, 28 giugno 2020 -  Sarà il primo processo a un monopattino per investimento stradale. Sul banco degli imputati il giovane che lo guidava ma anche il rappresentante legale, tedesco, della Bird, l’azienda che per prima era sbarcata nella metropoli per avviare il business del noleggio.

L’incidente successe una mattina di fine maggio di un anno fa. Una donna che stava attraversando la strada in una zona semicentrale della città venne investita da un ragazzo che viaggiava contromano sulla tavoletta elettrica a ruote. La poveretta cadde pesantemente a terra e si procurò una frattura al bacino. Il giovane venne indagato per lesioni colpose gravi e come lui finì sotto inchiesta anche il rappresentante legale della società che gli aveva noleggiato il mezzo, secondo l’accusa in modo illecito perché a fine maggio la sperimentazione decisa da Palazzo Marino non era ancora ufficialmente partita e dunque quel monopattino non sarebbe potuto circolare. Fu uno dei primi casi di investimento da “skateboard“con manubrio finito sul tavolo dei magistrati del pool “ambiente, sicurezza e lavoro“ della Procura, che per vederci chiaro più in generale sull’intera vicenda delle tavolette a ruote già avevano avviato un’indagine conoscitiva.

Anche per capire come mai né Comune né polizia locale si dessero da fare per impedire un’invasione iniziata prima del tempo ad opera quei monopattini “tecnicamente“ ancora fuorilegge. Secondo i magistrati non era chiaro, infatti, in base a quali regole le società impegnate nel settore - da Helbiz a Tier, da Bird a Go Volt - stessero offrendo ai milanesi il noleggio di mezzi certamente ecologici, ma a loro modo pericolosi. Una decina di ditte aveva risposto all’avviso pubblico lanciato dal Comune sulla base di una delibera approvata dalla Giunta già nel 2018. Il problema è che nessuno degli aspiranti al servizio di “sharing” aveva passato l’esame per ottenere la convenzione con il Comune, anche per effetto della sospensione dell’avviso deciso proprio da Palazzo Marino nell’attesa che dal Ministero fissassero le linee guida con le quali regolare la circolazione in monopattino.

Dunque in quella fase le varie società di “sharing“ operavano di fatto senza permessi. Tanto che, anche a seguito delll’indagine giudiziaria, il comune di Milano di lì a poco preferì azzerare la partita delle convenzioni e riaprirla con regole più precise. Così ora, chiuse le indagini sul quel primo investimento cittadino (da allora ne sono seguiti parecchi), se la vicenda non si chiuderà con un patteggiamento il monopattino potrebbe debuttare sul banco degli imputati. Toccherà alla Procura citarlo direttamente a giudizio con guidatore e noleggiatore, in quel caso. E si scoprirà anche se il mezzo elettrico era almeno coperto da assicurazione.

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