Andrea Lucchesi
Milano, 25 novembre 2019 - Le foto in sella alle moto , la sua grande passione. Gli scatti in vacanza. I sorrisi con il fratello, al quale era legatissimo e che ieri è stato il primo ad arrivare sul luogo dell’incidente. La vita di Andrea Lucchesi, personal trainer di 34 anni, si è spezzata qualche minuto dopo le 3.30 lungo viale Fermi, lo stradone che lambisce Affori, Bruzzano e Comasina e porta verso l’hinterland nord.
Secondo la prima ricostruzione della polizia locale, l’Audi A5 Coupè guidata dal ragazzo, che era in compagnia di un amico coetaneo, ha sbandato subito dopo l’incrocio con via Sbarbaro, è salita su un’aiuola ed è andata a incastrarsi tra due tronchi: l’impatto ha accartocciato le lamiere sul lato guidatore, intrappolando Andrea nell’abitacolo; il passeggero è riuscito invece a uscire dall’auto e a chiamare i soccorsi, prima di essere trasportato in ospedale in codice giallo per i traumi riportati nell’impatto. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, che hanno dovuto lavorare a lungo per estrarre il corpo ormai senza vita di Lucchesi. Sulla dinamica non sembrano esserci misteri: non ci sono altri veicoli coinvolti, nessun sorpasso azzardato o manovre pericolose; è probabile che l’Audi A5 abbia perso aderenza con l’asfalto per via della pioggia battente e delle tante foglie depositate sul fondo viscido e che sia andata in aquaplaning, rendendo vano qualsiasi tentativo del trentaquattrenne di raddrizzare la traiettoria per evitare di uscire di strada.
Sulla biografia che proprio Andrea aveva inserito su un sito specializzato per la ricerca di personal trainer, si legge: «Sono nato a Milano nel 1985. Da sempre ho praticato sport: nuoto, basket a livello agonistico, sci, e infine mi sono dedicato alla mia grande passione: la pesistica. Trainer certificato Coni, nel 2009 ho conseguito il diploma di allenatore di pesistica e cultura fisica. Ho lavorato per 2 anni come personal trainer presso Virgin Active di Corso Como e di Milano Bicocca». Attualmente, il trentaquattrenne collaborava con il tennis club Alberto Bonacossa come responsabile area fitness e lavorava anche in proprio. «Nessun sogno è troppo grande, e nessun sognatore è troppo piccolo per poter sognare», aveva scritto lo scorso 3 giugno sul suo profilo Facebook, a commento di una foto che lo ritraeva di schiena davanti a un fiume. I suoi sogni, purtroppo, si sono infranti in una maledetta notte di fine novembre.