MARIO CONSANI
Cronaca

Inchiesta tangenti: e adesso parla anche l’ingegnere...

È Bilardo, ex segretario FI a Gallarate, membro del cda di una società pubblica

Un fermo immagine di un video girato dagli investigatori durante le intercettazioni (Ansa)

Milano, 28 maggio 2019 - Ce n'è un altro che parla. È uno dei dodici arrestati - ormai venti giorni fa - nella maxi inchiesta della Dda sul sistema di corruzione, appalti truccati e finanziamenti illeciti alla politica lombarda. Davanti ai pm si è presentato ieri per un interrogatorio fiume Alberto Bilardo, ingegnere, ex segretario di Forza Italia a Gallarate (Varese) e membro del cda di una società pubblica con sede a Busto Arsizio (Varese), la Accam spa, ritenuto dagli inquirenti uno dei partecipi dell’associazione per delinquere che vedeva a capo Gioacchino (Nino) Caianiello, il presunto «grande manovratore» del sistema, coordinatore di fatto di Forza Italia nel Varesotto. Sempre ieri, intanto, il tribunale della libertà ha rigettato il primo ricorso contro una misura di custodia cautelare emessa dal gip Raffaella Mascariello.

L’interrogatorio di Bilardo è niziato negli uffici della Procura alle tre di pomeriggio. Dalle indagini sono emerse alcune conversazioni che avrebbero documentato «un interessamento di Bilardo», dell’allora assessore all’Urbanistica di Gallarate Alessandro Petrone e di Caianiello su una pratica urbanistica: un cambio di destinazione d’uso utile a consentire l’insediamento su un’area di un «supermercato della catena Tigros», il cui patron Paolo Orrigoni è indagato per corruzione.

Petrone e uno dei tecnici dell’assessorato temevano di incorrere nelle «ire» di Caianello se nel Piano di governo del territorio (Pgt) di Gallarate non avessero inserito le varianti richieste. È questo il senso di un messaggio, datato 28 ottobre 2018, in cui l’ex assessore riassumeva «la linea della “morte” mia e tua» a uno dei tecnici che doveva redigere il Pgt e che la Procura interpreta come intimidatorio. Il messaggio è stato individuato nel telefono di una terza persona, che si era prestata a fare da tramite e inviare quattro direttive di Petrone all’architetto incaricato: per «i terreni (...) di proprietà della Immobiliare Val Pozzolo srl il cui socio è Antonio Frascella», una variante relativa ad altri della Edil Maplensa srl, poi l’«ambito di trasformazione di Via Torino relativo all’area Tessiture Tonetti», su cui poi è sorto il supermercato Tigros infine «via Mazzini», operazione che riguardava immobili di proprietà della società Paso, intestata alla moglie dell’imprenditore Leonida Paggiaro, quello della «tangente al quadrato», cioè pagata su una precedente mazzetta.

Ieri intanto, il Riesame ha respinto l’istanza di revoca degli arresti domiciliari presentata dalla difesa di Marcello Pedroni, ex manager (si è dimesso) della società pubblica varesina “Prealpi Servizi”. Sempre ieri, altre quattro udienze per indagati colpiti da misura cautelare che ne hanno chiesto la revoca. Tra loro Carmine Gorrasi, che venne nominato coordinatore di Forza Italia a Varese due giorni prima di essere arrestato. «È estraneo all’accusa di finanziamento illecito contestata», spiega il suo legale Davide Toscani. Altre udienze sono fissate tra cui quelle per Caianiello, prevista per domani, e quella per il consigliere lombardo di FI Fabio Altitonante, finito ai domiciliari,in calendario per venerdì.