Incendio via Antonini, le indagini: ipotesi corto circuito

In procura aperta un'inchiesta per disastro colposo. Grattacielo distrutto dall'effetto camino. Gli sfollati ospitati in alberghi convenzionati col Comune

Incendio via Antonini

Incendio via Antonini

Potrebbe trattarsi di un cortocircuito. Questa è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori e degli inquirenti in merito alle cause che potrebbero aver innescato l'incendio di via Antonini. La certezza è rappresentata dal fatto che il rogo è partito dal quindicesimo piano e la pista più probabile per ora sembra essere quella di un cortocircuito. Mentre si attende che la magistratura faccia chiarezza sulle cause dell'incendio che ha divorato il grattacielo di via Antonini, i vigili del fuoco sono ancora al lavoro per spegnere del tutto il rogo. Nel tardo pomeriggio di ieri la situazione era precipitata di nuovo dopo che il rogo sembra essere sulla via dello spegnimento. A dare nuovo vigore alle fiamme era stato il vento. Ora i vigili del fuoco stanno spegnendo definitivamente le fiamme. A questo punto, quindi, comincerà non solo la conta degli ingenti danni, ma anche l'inchiesta per capire cosa possa essere accaduto. Primo atto degli inquirenti - che questa mattina parlando con i giornalisti hanno confermato che non ci sono state vittime - è stata l'apertura del fascicolo con l'ipotesi di accusa di disastro colposo.

Le indagini

I primi accertamenti da parte degli investigatori parlano di un "effetto camino": in sostanza, l'aria tra l'edificio e i pannelli di rivestimento del grattacielo avrebbe alimentato velocemente le fiamme facendole letteralmente correre e trasformando la Torre dei Moro in una torcia. In procura a Milano è stata aperta un'inchiesta per disastro colposo. Nel fascicolo finiranno tutti gli atti relativi all'accaduto: obiettivo accertare dinamica e cause di un rogo che, se si fosse verificato in altre ore, avrebbe potuto avere un bilancio molto più pesante. Una volta ricostruito con precisione l'accaduto, ci si potrà concentrare sull'attribuzione di eventuali responsabilità.

Gli investigatori dovranno acquisire tutta la documentazione relativa alle modalità di costruzione del grattacielo e ai materiali utilizzati. È questo uno dei passaggi imminenti dell'indagine coordinata dal pm di turno Pasquale Addesso e dal dipartimento guidato dall'aggiunto Tiziana Siciliano. I magistrati, infatti, dovranno verificare se il materiale che è stato usato per realizzare i pannelli di rivestimento del palazzo, ossia una sorta di "cappotto termico", era indicato come ignifugo o meno.

In Procura si continua a ribadire che "poteva andare molto peggio" anche perché, malgrado il vasto incendio, non si sono registrate vittime o feriti. E uno degli elementi finora accertati è che le fiamme si sono propagate in breve tempo, una mezz'ora in tutto, in tutta la struttura di rivestimento e a causa di una  'camera d'aria', ossia il piccolo spazio tra i pannelli esterni e la struttura portante dell'edificio, che ha determinato un 'effetto camino' facendo correre il fuoco verso il basso e verso l'alto.

Nel video girato da un residente della zona si vede che il rogo divampa al quindicesimo piano e che il fumo inizia a uscire dal balcone di un appartamento, ma le indagini dovranno accertare dove effettivamente si è originato e per quali cause. Per fortuna, è stato spiegato, non c'erano persone presenti negli appartamenti oltre il quindicesimo piano. Per ora la priorità, viene specificato, resta la messa in sicurezza dell'edificio anche perché si temono soprattutto crolli interni e non è esclusa la necessità di tirare giù per sicurezza parti della struttura, soprattutto il 'cappottò esterno. 

I vigili del fuoco

"Mai vista una cosa così". Giuliano Santagata, comandante dei vigili del fuoco di Milano, non trattiene lo stupore per quello che ha visto sul luogo dell'incendio del grattacielo di via Antonini. "È probabile che la facciata fosse fatta di materiale molto combustile" aggiunge. Già, perché a questo punto si cercano le cause di un rogo che, vista anche la recentissima realizzazione dell'edificio, sembra inspiegabile. "L'edificio non rischia di cadere - fanno sapere dalla centrale operativa dei vigili del fuoco di Milano-. Non è stata intaccata la struttura portante, si è bruciato il rivestimento ma non c'è pericolo che crolli. Il palazzo è ancora in fase di spegnimento siamo ancora sul posto con tutte le squadre e stiamo cercando di salire i piani, che restano bollenti. Abbiamo difficoltà a salire per constatare che tutti siano effettivamente stati evacuati. Per ora siamo arrivati fino al sesto piano". Sul luogo dell'incendio, intanto "ci sono già i funzionari e gli ingegneri per disporre tutte le verifiche strutturali" rimarcano.

"Nessuna vittima"

Come è possibile che si sia sviluppato un incendio di questa portata in uno stabile non di certo di vecchia realizzazione nè, apparentemente, fuori norma? Da dove potrebbero essersi sprigionate le fiamme? Da una prima ricostruzione sembra che il rogo possa essere nato dalla facciata del grattacielo. In che modo e quale sia stata la causa principale sarà compito della magistratura stabilirlo. Intanto il sindaco Beppe Sala, subito arrivato sul posto, ha tranquillizzato amici, parenti e conoscenti di chi risulta essere residente nel grattacielo di via Antonini: tutti, molti dei quali fortunatamente ancora in vacanza, hanno risposto al telefono e quindi non dovrebbero esserci vittime nè feriti. Se il rogo si fosse sviluppato anche soltanto fra qualche giorno, probabilmente il bilancio in termini di vite umane sarebbe stato devastante. Fra i residenti nel palazzo, anche il cantante Mahmood. Quella di ieri è stata una giornata di choc per molti milanesi. La notizia dell'incendio in via Antonini è rimbalzata sui social network molto velocemente. E anche alcuni volti noti hanno raccontato quello che stava succedendo, come è avvenuto nel caso di Morgan: il cantautore abita proprio davanti al grattacielo in fiamme

Il sindaco Sala

"Sono rimasto lì fino a sera inoltrata, quando si è avuta conferma della notizia più importante: fortunatamente non ci sono vittime né feriti - ha spiegato il sindaco Sala -. Le cause dell'incendio sono ancora in via di accertamento. Quello che però è apparso chiaro sin da subito è che il rivestimento esterno del palazzo è andato in fiamme in modo fin troppo rapido, in una dinamica che ha ricordato da vicino l'incendio della Grenfell Tower di Londra di qualche anno fa". "La magistratura è già al lavoro per chiarire la dinamica dell'incendio - ha proseguito -. Il mio auspicio è che le responsabilità siano accertate con rapidità. La Torre dei Moro è stata costruita poco più di 10 anni fa e non è accettabile che un edificio così moderno si sia dimostrato del tutto vulnerabile".

L'amministratore

"Adesso i vigili del fuoco stanno verificando le strutture e anche gli appartamenti che erano chiusi ieri sera. Non ci sono ancora notizie sulle cause e personalmente io non ho ancora un'idea". A parlare è  Augusto Bononi, l'amministratore del grattacielo. "Siamo in contatto con la Protezione civile. Per i primi giorni e penso che se ne occuperanno loro degli sfollati, poi entreremo in ballo noi e ci organizzeremo. È un casino - ha commentato -. Ho sentito i costruttori e non hanno detto nulla, si sono limitati a dire che loro sono rimasti molto sorpresi. Ci domandiamo tutti come abbia fatto il palazzo a bruciare così velocemente. Penso che la Procura comincerà a capire, l'importante è che non ci siano stati feriti". 

Gli sfollati

Delle 74 persone evacuate ieri in seguito all'incendio, 22 sono già state ospitate in strutture alberghiere convenzionate con il Comune di Milano. Lo ha detto l'assessore comunale alle Politiche sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti, ai microfoni di Radio Cusano Campus. L'assessore non esclude che altre famiglie possano fare richiesta. "Valuteremo se costituirci parte civile in eventuale procedimento" ha aggiunto.

Area in sicurezza

"Prosegue l'intervento dei vigili del fuoco, ispezionata gran parte degli appartamenti ed è in corso la messa in sicurezza di tutta l'area". Così i pompieri di Milano su twitter raccontano il lavoro che stanno facendo in via Antonini. In un video, viene mostrata la rimozione del materiale bruciato caduto dal grattacielo sui tetti delle abitazioni vicine. Mentre le squadre proseguono le operazioni di messa in sicurezza, "è già operativo - viene spiegato in un altro tweet - il nucleo investigativo antincendi" per accertare le cause del rogo. Impossibile al momento dare una tempistica sullo spegnimento definitivo dell'incendio perché ci sono ancora diversi focolai alimentati dal vento. "Ci sono ancora focolai dal piano dodici al diciannove - ha detto un vigile del fuoco -. Bisogna smassare la cenere e spegnere ma ci vuole pazienza". Sulla stabilità dell'edificio, i vigili del fuoco presenti sul posto hanno spiegato che i solai sono danneggiati ma la struttura della vela e gli ancoraggi non sembrano danneggiati, e anche il blocco scale è stabile.

Sistema antincendio sotto la lente

Un malfunzionamento del sistema anticendio. E' quanto emerso dai primi accertamenti condotti dagli investigatori nella Torre dei Moro. Secondo quanto si è appreso, gli idranti presenti all'interno grattacielo non avrebbero funzionato dal quinto piano in su. In un secondo momento alcune bocchette hanno ripreso a funzionare, ma soltanto dal decimo piano. Una "criticità", per dirla con le parole degli inquirenti, che dovrà necessariamente essere approfondita durante le indagini. Il fascicolo per disastro colposo sarà aperto a breve dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Pasquale Addesso che sono in attesa nella prima relazione dei vigili del fuoco. L'inchiesta si focalizzerà soprattutto sul tipo di materiale utilizzato per i rivestimenti del cappoto termico. Pannelli che, sempre stando ai primi accertamenti, non stati realizzati con materiale ignifuco: "Bruciavano come cartoni", ha spiegato un investigatore.

Il primo allarme

E' un inquilino dell'appartamento al 16esimo piano del grattacielo, la prima persona a essersi accorta dell'incendio e ad aver attivato i soccorsi, utilizzando anche un chat di condominio. L'uomo ha raccontato di essere rincasato dopo le vacanze e di aver sentito puzza di fumo. Si è affacciato dal suo balcone e ha visto il fumo nero provenire dall'appartamento al piano di sotto. A quel punto ha chiamato il 112 e avvisato gli altri condomini sia in chat sia bussando porta a porta invitandoli a evacuare. Solo gli ultimi due piani della Torre dei Moro erano completamente vuoti.

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