Incendio Torre dei Moro, i progettisti: "Palazzo ancora in piedi, la struttura ha retto"

Gli ingegneri Orio Delpiano e Michele Motta si sono occupati delle opere strutturali: "E' bruciato il rivestimento esterno, avrebbe dovuto essere ignifugo"

La Torre dei Moro carbonizzata

La Torre dei Moro carbonizzata

Milano - “Io sono l'ingegnere strutturista, mi sono occupato della struttura, che è rimasta in piedi. Adesso bisognerà verificare che non abbia subiìo danni, ma nel corso dell'incendio il palazzo è rimasto su”.

Orio Delpiano è l'ingegnere che, con la collaborazione del collega Michele Motta, si è occupato del progetto della Torre dei Moro, l'edificio alla periferia sud di Milano che ieri è stato completamente avvolto dalle fiamme di un vasto incendio che si è sviluppato al penultimo piano. “Non mi sono occupato di impianti antincendio – spiega Delpiano – il mio compito era occuparmi delle strutture che sostengono le famose vele che hanno preso fuoco e le strutture hanno retto. A bruciare è stato il rivestimento, che mi risulta fosse in Alucobond, un alluminio preverniciato che dovrebbe essere ignifugo. Strano quindi che l'edifico sia bruciato in quel modo, bisognerà capire attentamente quel che è successo”.

Aggiunge il collega Motta, che ha collaborato con Delpiano per i calcoli sulle strutture in cemento armato che reggevano i pannelli: “Noi ingegneri facciamo i conti per garantire che la struttura sorregga le parti esterne ma poi non indaghiamo come vengono fatti i rivestimenti. Le parti esterne, fra l'altro, non sono nemmeno sottoposte alla normativa Rei antincendio, quindi non devono avere una particolare resistenza al fuoco. Poi, certo, in ogni caso il palazzo non avrebbe dovuto bruciare in quel modo”.

 

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