REDAZIONE MILANO

In strada con un machete: nei guai pure il novarese Zefe

Immortalato dai video mentre agita l’arma contro le forze dell’ordine. Le risse in centro e il Daspo per tenerlo lontano da tutti i bar

Si chiama Kazir Siffedine, ma per i suoi follower è semplicemente Zefe. Ha diciannove anni, vive a Novara con i genitori emigrati dal Marocco e in un’intervista dell’agosto scorso ha rivelato: "Voglio dare voce a chi non ce l’ha. E voglio comprare una casa a mia madre". Propositi molto lodevoli, non c’è che dire. Peccato che circa un mese dopo, il 27 settembre, il neo maggiorenne si sia reso co-protagonista di una maxi-rissa nel centro della cittadina piemontese.

Un duro scontro tra bande rivali che è costato 30 giorni di prognosi a uno dei litiganti, con sedie, tavoli e pezzi di arredo urbano usati come armi. Senza dimenticare l’altro episodio del 20 giugno, quando insieme ad altri si recò sotto la sede della Questura, opponendo resistenza contro gli agenti. Per quei fatti, Zefe ha ricevuto un avviso orale ed è tuttora destinatario di un obbligo di dimora nel suo Comune di residenza e del cosiddetto "Daspo Willy", la norma che punta a tenere lontani i violenti dalle zone più frequentate della movida, introdotta (da qui il nome) dopo il pestaggio mortale a Colleferro del ventunenne Willy Monteiro Duarte. Per tutta risposta, giovedì sera Zefe ha postato su Youtube un video con una valanga di insulti contro le forze dell’ordine; e su quei fotogrammi è già stata stilata un’informativa inviata in Procura per eventuali provvedimenti. Evidentemente non immaginava che la mattina dopo gli uomini della Questura di Novara si sarebbero presentati a casa sua per perquisirla. Sì, perché, stando a quanto accertato dagli investigatori di Squadra mobile e Digos, c’era pure lui sabato scorso in piazzale Selinunte per partecipare al videoclip di Neima Ezza.

Di più: le telecamere lo hanno ripreso nella fase più calda della rivolta con un machete in mano. Per questo, nel suo caso va aggiunto il porto abusivo di armi all’elenco di reati in concorso con gli altri indagati, vale a dire manifestazione non preavvisata e resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Spostandosi a Milano, Zefe non ha soltanto trasgredito le regole anti-contagi che impediscono gli spostamenti tra Regioni, ma ha pure violato l’obbligo di dimora ancora in atto (a differenza di quello del sondriese Baby Gang, scaduto quando si è recato in città per il videoclip dell’amico Neima Ezza); di conseguenza, ci sarà un quasi certo aggravamento della misura. Il giovane Kazir ha accolto la polizia documentandone l’arrivo con un video, sulla falsariga di quanto fatto da Ezza e Baby Gang.

Il primo ha approfittato della visibilità mediatica dell’ultima settimana per lanciare il nuovo singolo (con tanto di countdown sui suoi profili per far crescere l’attesa tra i “seguaci” e cavalcare l’onda); il secondo ha pubblicato un video in cui continua serenamente a giocare ai videogame seduto sul divano mentre i poliziotti svolgono pratiche burocratiche al tavolo della sua cucina.

Nicola Palma

Marianna Vazzana