
Davide Romano: "Non è il sindaco di tutti". Palazzo Marino: "Denuncia contro ingiustizia e violenze". Lenzuolo bianco anche all’ateneo di via Festa del perdono "per il cessate il fuoco e la pace tra tutti i popoli".
Drappi bianchi alle finestre uniscono case di cittadini, sedi istituzionali e luoghi della cultura, che insieme lanciano un messaggio potente aderendo all’iniziativa “24 maggio – 50.000 sudari per Gaza”, la campagna di mobilitazione nazionale promossa da studiosi e personalità pubbliche della società civile per accendere i riflettori su quanto sta accadendo a Gaza e nei territori palestinesi, chiedere la fine dei bombardamenti e l’accesso di generi alimentari e umanitari nella Striscia. Ieri, lenzuoli sventolavano sulla facciata di Palazzo Marino e dell’Università Statale, nella sede del Pd Milano, all’ingresso di “Wow Spazio fumetto“ e in moltissimi altri luoghi. "Il sudario rappresenta – spiega il Comune in una nota – un simbolo di pietà e di cura, un abbraccio a chi ha perso la vita e una denuncia contro l’ingiustizia e la violenza che continuano a colpire la popolazione civile in particolare donne, bambini e anziani". Ma non tutti lodano quei teli. Anzi: "Con questa iniziativa registro che Sala non vuole più essere il sindaco di tutti, ma solo di una parte della città", è il messaggio del direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano Davide Romano. "Il Palazzo del Comune – continua – non era disponibile per essere illuminato e ricordare i due bimbi israeliani rapiti e uccisi da Hamas, e ora che lo chiede qualcun’altro, voilà le regole si cambiano. Dopo l’attentato antiebraico di Washington è inquietante vedere un sindaco che discrimina e fa proprie iniziative gradite a Hamas. Ricordo infatti che l’iniziativa non è volta a piangere tutte le vittime innocenti della guerra, cosa che avrei apprezzato. Qui c’è solo desiderio di demonizzare Israele".
Il sindaco Giuseppe Sala aveva già difeso la scelta di aderire alla campagna: "Quello che sta facendo Netanyahu a Gaza è intollerabile e tutte le nostre coscienze si devono ribellare. Ognuno deve fare la sua parte, noi cercheremo di fare la nostra. Non è solo una questione politica ma è veramente ormai impensabile che ognuno di noi non cerchi di fare qualcosa per quello che succede nel mondo e a Gaza. Il disorientamento nasce dal fatto che vediamo governi che ormai non riusciamo non solo più a capire, o forse li capiamo benissimo, ma che non finiscono mai di sorprenderci nel male che fanno".
Un lenzuolo bianco sventolava anche dalla finestra principale della sede storica dell’università Statale in via Festa del Perdono. "Un gesto simbolico – spiegano dall’ateneo – per chiedere il cessate il fuoco immediato e per unirci all’appello per una pace duratura tra tutti i popoli". Ancora: "Come grande ateneo pubblico, per definizione luogo di libera cultura e scienza, che ha fra le sue funzioni quella di promuovere il dialogo e il confronto di idee, sentiamo di non poter più restare indifferenti di fronte all’escalation della tragedia immane che si sta consumando in Palestina". Red.Mi.