Milano, imbianchino precipita da 20 metri: morto

Via Losanna, il cinquantunenne El Houssaine Foullous stava tinteggiando la facciata legato a una fune. Indagine sull’ancoraggio

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di Nicola Palma

Il moschettone che penzola dal tetto, accanto alla porzione di facciata ancora da tinteggiare. È tutto quello che resta dell’incidente sul lavoro costato la vita a El Houssaine Foullous, operaio marocchino che viveva a Terni e che avrebbe compiuto 52 anni il 15 dicembre: è precipitato nel vuoto per venti metri. Un volo che non gli ha lasciato scampo. L’ennesima morte, che aggiorna il tragico bilancio di un 2022 nerissimo (come gli anni precedenti, peraltro), è avvenuta ieri mattina in via Losanna, a due passi da via Cenisio. Stando a quanto ricostruito finora, l’operaio, assunto da una ditta palermitana specializzata in edilizia acrobatica, si era appena calato lungo la facciata laterale dello stabile al civico 23: niente ponteggi, ma fune e imbracatura per scendere nel punto esatto e iniziare a imbiancare.

Qualcosa, però, non ha funzionato come previsto: Foullous è caduto nel cortile interno del palazzo confinante, al civico 25. Dopo i sanitari di Areu, che purtroppo non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del cinquantunenne, sono arrivati anche i carabinieri del Radiomobile e della stazione Sempione e gli ispettori dell’Ats Metropolitana, cui sono stati affidati gli accertamenti sull’episodio. Il pm Ilaria Perinu ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, disposto l’autopsia e sequestrato tutta l’attrezzatura. Foullous era regolarmente imbracato, quindi è possibile che qualcosa non abbia funzionato nell’aggancio della fune: l’inchiesta dovrà stabilire se non sia stata legata correttamente o se il moschettone non abbia retto. E poi c’è pure un altro aspetto sul quale far luce: l’adeguata formazione del cinquantunenne da parte dell’azienda per cui lavorava. A tal proposito, un testimone ha riferito di aver sentito uno dei colleghi che si disperava per la poca esperienza di Foullous in quel tipo di attività così complessa.

"Continua a salire drammaticamente il numero dei morti sul lavoro in Lombardia – l’allarme lanciato da Eloisa Dacquino, segretaria confederale Uil Milano e Lombardia –. L’ennesimo infortunio mortale conferma la necessità di mettere in atto azioni concrete di prevenzione e intensificare i controlli. È inaccettabile che quotidianamente si continuino a registrate infortuni e morti sul lavoro per inosservanza delle norme, mancata formazione e assenza di investimenti adeguati nelle politiche di controllo e prevenzione". Ecco il tragico conto: "Da inizio anno nella nostra regione, secondo il flusso informativo delle Ats della Lombardia, sono già 45 i morti sul lavoro. Siamo in presenza di una situazione drammatica che va affrontata da istituzioni, politica, enti di vigilanza, associazioni datoriali nell’immediato". "Per evitare che succedano ancora queste tragedie – aggiunge Riccardo Piacentini, segretario Fillea Cgil di Milano – le organizzazioni sindacali hanno da tempo proposto, e ritengono non più rinviabile, la patente a punti, che consentirebbe di selezionare, anche dal punto di vista degli investimenti in salute e sicurezza, le imprese sane e strutturate che rispettano le regole".

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