Sui banchi dei dieci licei classici statali di Milano oggi studiano 500 alunni in meno. Si sono perse quattro classi prime, che diventano 15 lungo tutti e cinque gli anni di corso. La rete meneghina cerca di resistere in un panorama regionale ancora più grigio, dove a scegliere Greco e Latino sono il 3,7% degli studenti (erano il 4,2% l’anno prima). In città il classico ha attirato il 5,9% dei primini milanesi, in linea col dato nazionale (5,8%), ma la curva scende per entrambi dopo anni di crescita. E colpisce se si pensa che gli studenti ora in quinta superiore iniziarono il loro percorso nell’anno dei record, il 2018. L’indirizzo classico volava sopra il 10% e le scuole milanesi si trovarono alle prese con talmente tanti esuberi da dovere studiare con Città Metropolitana un piano B: si aprì una nuova sede in via Demostene, sotto l’ala del Carducci. Una sede che resta comunque aperta e strategica: accoglie ogni anno gli studenti di quarta del liceo di via Beroldo.
Gli ultimi dati di Città Metropolitana, sulla base delle iscrizioni di gennaio 2023 comunicate dall’Ufficio scolastico territoriale, fotografano la situazione (con i dovuti aggiustamenti in corso d’opera, anche in base all’organico, a ripensamenti last minute dei ragazzi e a eventuali bocciature). Si sono perse 15 classi, le altre sono tendenzialmente meno numerose. Il calo demografico ha cominciato a bussare alle superiori quest’anno, per la prima volta: dopo anni di crescita si è passati dai 23.853 iscritti di un anno fa ai 23.086 attuali. In Lombardia la flessione è del 3%. "Si farà sentire ancora più forte negli anni futuri – premette la preside del liceo Manzoni, Milena Mammani –, ma credo che la flessione di quest’anno sia anche legata al post-Covid e a un allontanamento dalla scuola pubblica verso private e paritarie dopo la Dad, anche se tutti abbiamo fatto il massimo in questi anni. Io sono fiduciosa però, credo che una situazione così non si verificherà più e che ci sarà una vera ripresa. I classici hanno sempre avuto andamenti ciclici, è nell’ordine della storia". La dirigente del Manzoni rievoca proprio il 2018: "Dopo anni di crisi, con i presidi che avevano vinto il concorso in quegli anni pensammo a un rilancio aprendo di più le porte all’esterno, per rendere gli indirizzi meno autoreferenziali e riuscimmo nell’impresa. Adesso i nostri licei sono già aperti, dobbiamo renderli più connessi, mantenendo ferma la nostra tradizione ma innovando anche attraverso nuovi mezzi. Perché il classico è più attuale e necessario che mai per creare cittadini consapevoli". Si guarda al cinema - con un indirizzo artistico multimediale - ci si aggancia sempre di più alle scienze o alle lingue. Sarà l’anno dei “potenziamenti“ nella maggior parte dei licei classici milanesi, una strada intrapresa anche da chi - in periferia - ha remato controcorrente riuscendo a ripartire dopo anni di stop. Come ha fatto l’Allende di via Ulisse Dini, che nel 2017 non aveva iscritti a sufficienza per formare una classe prima e che oggi conta quattro classi dalla prima alla quarta con 69 alunni; come l’Omero (in casa Russell), che ha puntato su una sperimentazione a base di beni culturali e scienze e che dopo due anni di “pausa“ si è rimesso in viaggio. Ci proverà anche il Virgilio che quest’anno ha perso per la prima volta la sua sezione classica, ma che non si arrende e la rivuole indietro.
Nei licei milanesi ci sono in cantiere novità strutturali. "Già adesso inseriamo tassi di innovazione all’interno dell’orario scolastico – spiega Andrea Di Mario, al timone del Carducci –, 15 classi su 20 chiedono curricula attivi: teatro e arti performative entrano nelle lezioni, non sono un extra". Da quest’anno si sperimenterà anche il “periodo unico“ con la guida dell’università Bicocca: via la pagella del primo semestre, più classi testano la valutazione formativa al posto dei numeri (che tornano giocoforza alla fine dell’anno scolastico). "E una commissione è al lavoro per capire come potrebbe essere articolata la settimana corta", anticipa Di Mario. Il Carducci potrebbe essere il primo classico a togliere il sabato, sulla scia degli scientifici Volta e Vittorio Veneto. E anche il Virgilio ha inviato un questionario alle famiglie sul tema, tastando il terreno. "Decideremo insieme a tutte le parti coinvolte prima del termine delle iscrizioni e possibilmente entro dicembre", concludono dal Carducci.