Il ragioniere killer fece sparire 627mila euro

All’ergastolo per l’omicidio di una escort, Andrea Pizzocolo è stato condannato in via definitiva anche per aver truffato la sua ex ditta

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Milano, 19 maggio 2020 - Un anno e cinque mesi per una truffa da 627mila euro. È la prima condanna definitiva per il contabile Andrea Pizzocolo, già all’ergastolo per le condanne in primo e secondo grado per l’omicidio della prostituta diciottenne Lavinia Simona Aiolaiei, strangolata con una fascetta da elettricista il 7 settembre 2013 in un motel di Olgiate Olona. Nei giorni scorsi, la Cassazione, respingendo il ricorso del legale del quarantottenne di Arese, ha reso definitivo il verdetto d’Appello sul raggiro orchestrato dal ragioniere ai danni dell’azienda per la quale lavorava, la Hydronic Lift, specializzata nella produzione di componenti idraulici per ascensori.

Secondo le accuse, Pizzocolo avrebbe elaborato "falsi rendiconti e false fatture intestate a una società – la Emmegi srl – già dichiarata fallita", ottenendo così "l’autorizzazione dei responsabili" della ditta di Pero "al pagamento mediante bonifici bancari ed effettuando poi bonifici su conti a lui intestati" e avendo a disposizione "denaro contante e assegni (che alterava negli importi e nelle lettere)". Il tutto, hanno calcolato gli investigatori della Squadra mobile di Lodi, per un ammontare complessivo di "oltre 627mila euro". L’avvocato di Pizzocolo ha sostenuto in aula che i giudici di secondo grado "avrebbero omesso di disporre una perizia contabile" sui bilanci della società, che, a suo dire, avrebbe "consentito di dimostrare che le false fatture e l’emissione di assegni verso società inattive erano frutto non di un interesse personale del Pizzocolo, ma di disposizione date dai dirigenti della società e finalizzate a porre in essere un’evasione fiscale".

Una tesi rispedita al mittente dagli ermellini, che hanno valorizzato un dato "dirimente e incontrovertibile": gli assegni falsificati e i bonifici con beneficiario Emmegi srl "sono stati accreditati sui conti corrente dell’imputato, unico beneficiario delle relative provviste". Negate le attenuanti generiche, per via dell’assenza "di elementi di positiva valutazione" e in presenza del "gravissimo precedente penale (per omicidio e altro) del quale risulta gravato il Pizzicolo". Il riferimento è chiaramente all’omicidio della giovane Lavinia: stando alla ricostruzione di indagini e sentenze, il ragioniere strangolò la escort, per poi violentarla quando ormai era già morta; infine, abbandonò il cadavere in un campo di San Martino in Strada, nel Lodigiano.

Nella requisitoria davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano, il pg Tiziano Masini parlò a tal proposito di "grande ferocia" unita a "un profilo sadico", con il killer che infierì sul corpo e lo "derise" mentre ne abusava sessualmente, riprendendo la scena con una telecamera.

 

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