
I militanti "no pass" di Amsa e Atm uniti: è la nuova strategia degli “irriducibili“ contro il lasciapassare verde. Ieri alle 11 si è riunito un presidio in via Olgettina, fuori dai cancelli della società (del gruppo A2A) che gestisce la raccolta dei rifiuti: oltre 150 persone a scandire per quasi 4 ore slogan come "no green pass", "giù le mani dal lavoro" e "libertà". Non solo tranvieri e operai, ma anche un gruppo no vax legato alle chat di Telegram. Il blocco agli ingressi non c’è stato ma non sono mancati momenti di tensione con un motociclista (pare un collega di Amsa) che avrebbe ricevuto uno spintone e poi calci da alcuni manifestanti (contraccambiando però con un ceffone): è dovuta intervenire la polizia locale. E i manifestanti di Amsa hanno intimato via megafono ai no vax di "rispettare i presidi dei lavoratori. Non abbiamo intenzione di fare casini con chi non la pensa come noi. Nessuno strumentalizzi la nostra battaglia". Una situazione molto più calda rispetto a venerdì: all’esordio del green pass sul lavoro si contarono pochi picchetti fuori dai depositi Atm e un piccolo presidio di Amsa in via Primaticcio.
La novità inaugurata ieri è l’unità nella battaglia contro il Qr-Code: alla stessa ora (le 11) si replica fuori dal deposito Atm di viale Sarca. "Andremo avanti ad oltranza finché non si trova una soluzione", promette Zeno, dipendente Amsa. Cioè: "L’abolizione del green pass. Non ci accontenteremo dei tamponi gratuiti: se le aziende vogliono lasciarci a casa, lo facciano ma con lo stipendio". Chi si dichiara senza pass è al momento sospeso dal servizio e senza paga. Ma perché non ricorre ai tamponi, se non vuole vaccinarsi? Mattia rimarca la difficoltà di conciliare i turni notturni di Amsa con le prenotazioni in farmacia e l’esborso per i test. Domenico, conducente Atm, taglia corto: "Mi rifiuto di pagare 15 euro ogni 2 giorni per il lavoro che è un diritto sancito dalla Costituzione".Annamaria Lazzari