di Nicola Palma
e Marianna Vazzana
"Abbiamo parlato dei rinforzi ormai imminenti, attesi tra dicembre e gennaio: oltre al normale turn-over tra le tre forze di polizia, immetteremo più di 600 unità di personale aggiuntivo". Cosa che permetterà di avere "un significativo beneficio anche nei servizi di controllo del territorio". Lo ha annunciato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di ieri mattina in Prefettura, durante la quale ha confermato al sindaco Giuseppe Sala, al prefetto Claudio Sgaraglia e ai vertici cittadini delle forze dell’ordine – presente al vertice anche il capo della polizia Vittorio Pisani – l’incremento di uomini e donne delle forze dell’ordine in città: 315 agenti della polizia di Stato, 190 dell’Arma dei carabinieri e 96 della guardia di finanza. Un piano che, seppure già in programma, è diventato priorità dopo i fatti che hanno scosso il quartiere Corvetto con scene da guerriglia urbana tra roghi di cassonetti, un bus assaltato e lanci di bottiglie incorniciati da scoppi di petardi e fumogeni. Una rabbia esplosa dopo la morte di Ramy Elgaml, il diciannovenne originario del Cairo, a Milano da 11 anni insieme alla famiglia, deceduto domenica notte in via Ripamonti nello schianto di un TMax guidato da un amico che stava scappando da una pattuglia dei carabinieri. Le reazioni degli amici del ragazzo, ingigantite poi da altri gruppi arrivati anche da fuori quartiere, hanno innescato polemiche politiche, con anche parallelismi tra il clima che si respira in certi luoghi della periferia milanese, come Corvetto, e le banlieue parigine. I segnali, secondo il ministro, "non vanno sottovalutati" ma "non si può dire che Milano sia una città fuori controllo". "Non va bene parlare di banlieue – parole del sindaco Sala – ma non va bene neanche chiudere gli occhi e far finta che che vada tutto bene".
"Poi – ha aggiunto il primo cittadino – è chiaro che abbiamo anche una questione di un’edilizia popolare che merita più attenzione, ma lì passiamo attraverso il tema dei fondi: a Milano noi abbiamo un tasso di edilizia popolare che non ha nessuna città in Italia, e neanche in Europa, forse fatta eccezione per Vienna. Abbiamo bisogno di fondi, di lavorare tanto e di più tra Comune e Regione". Perché, lascia intendere, un ambiente più decoroso influisce positivamente sulla vita.
Per il presidente della Regione Attilio Fontana, l’annuncio di Piantedosi è "un’ottima notizia. Soprattutto per chi, come il sottoscritto, ha grande rispetto per le forze dell’ordine e considera gli agenti un baluardo per garantire la legalità. Un po’ meno per gli “allergici“ alle divise, per quella sinistra che, nella migliore delle ipotesi, non sopporta la presenza di poliziotti o carabinieri, anche in un’ottica di sicurezza percepita". Diverso il punto di vista di Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione e componente della segreteria nazionale dem: "L’ok ai poliziotti è una buona notizia ma repressione del crimine e presidio del territorio non bastano, servono potenti interventi sociali. Quando faremo ad esempio vertici per ribaltare la gestione di Aler, che gestisce per conto della Regione centinaia di appartamenti in modo scandaloso, in queste strade?".
Tra le reazioni politiche anche quella di Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, il quale sottolinea che "il ministro ha confermato la grave e preoccupante situazione che vede, in città, il 65% dei reati commessi da stranieri. Il Governo Meloni, da ottobre 2022, sta contrastando in tutti i modi gli scafisti e l’immigrazione irregolare". Il consigliere comunale dei Verdi Carlo Monguzzi chiede invece l’Ambrogino d’Oro per Yehia Elgaml, il padre di Ramy. "Ha detto “Basta violenze, rispettiamo la legge“. L’Ambrogino sarebbe un segnale del Comune ai ragazzi per dire che non li lasciamo soli. Come ha detto don Mapelli (su queste pagine, ndr): “Non possono essere solo braccia per lavori che nessuno vuole fare“. Quindi oltre al presidio delle forze dell’ordine dobbiamo incrementare la presenza di associazioni e di educatori. È l’unica strada per vincere la sfida".