Il modello in crisi: "Fuga dai negozi. Meglio la fabbrica"

Osvaldo Danzi, 30 anni nella selezione di personale. I giovani cercano soluzioni più stabili e sostenibili.

Il modello in crisi: "Fuga dai negozi. Meglio la fabbrica"

Il modello in crisi: "Fuga dai negozi. Meglio la fabbrica"

"Il modello Milano sta vivendo una grossa crisi dovuta a una cultura del lavoro non più attuale". È l’analisi di Osvaldo Danzi, 30 anni di esperienza nella selezione del personale e presidente di FiordiRisorse, community manageriale che che organizza Nobìlita, il Festival della cultura del lavoro che Il 28 e il 29 maggio porrà una domanda chiave a cittadini e istituzioni: "Milano è ancora la città del lavoro?".

Danzi, si moltiplicano analisi sul costo della vita a Milano e sugli stipendi “poveri“. I problemi sono evidenti ma latitano le soluzioni.

"Latitano le risposte di una politica troppo distratta per affrontare con competenza i temi del lavoro e sottovaluta i fenomeni che hanno portato tante persone a cambiare settore o a disamorarsi del proprio lavoro. Al Festival non ci limitiamo a parlare di stipendi, ma cercheremo di far comprendere in un linguaggio coprensibile a tutti, che le persone hanno bisogno di certezze per lavorare.

Qual è la base di partenza?

"Milano vorrebbe perseguire i suoi obiettivi senza considerare che nel frattempo c’è stata una pandemia. La città deve ripensarsi e mettere in discussione un modello non più sostenibile. Non si può fare marcia indietro sullo smart working, che oggi è uno dei motivi chiave per cui le persone lasciano o accettano un lavoro solo perchè tante aziende si sono trovate con immensi grattacieli vuoti da riempire. La sostenibilità è un’occasione persa se la si guarda solo dal punto di vista immobiliare e non come un valore che migliora la qualità della vita e del lavoro delle persone".

Cosa intende per ripensarsi?

Una città che si vuole raccontare “inclusiva” e “capitale del lavoro” stride di fronte all’insufficienza di una sanità pubblica e trasporti adeguati ad un pendolarismo strutturale di chi a 30 anni è costretto a vivere in periferia nonostante un lavoro nelle grosse società di consulenza.

Nella sua esperienza nella selezione del personale, nota una “fuga“ di lavoratori da Milano?

"Onestamente no. Seguo decine di manager milanesi che nonostante non lavorino da anni non riescono a vedere il loro futuro in altre città preferendo spostarsi dal lunedi al venerdi e rientrare nel weekend e questo è spesso il motivo per cui vengono scartati dalle selezioni. Un fenomeno invece in grande tendenza è quello dei giovani che lavorano nei negozi delle griffe di alta moda che stanno riscoprendo la produzione e gli stabilimenti moderni, con contratti stabili, orari più precisi, obiettivi più chiari".

Andrea Gianni