
di Simona Ballatore
Dalla maturità con il massimo dei voti in aeronautica al “volo“ della sua prima collezione di moda a Mumbai: le creazioni di Luca De Prà, 21 anni, fresco di diploma allo Ied, sfileranno in India il 16 ottobre.
De Prà, quando è scoccato il colpo di fulmine per la moda?
"La passione c’è sempre stata in realtà. All’asilo, alle elementari e alle medie disegnavo e creavo cappelli di carta. Poi al liceo qualcosa è cambiato, e ho virato verso altri tipi di modellini: d’aereo. Nemmeno uno è riuscito a volare...".
Però si è diplomato all’istituto aeronautico.
"Sì, e col massimo dei voti. Mi sognavo ingegnere all’inizio. Poi dalla quarta superiore, vedendo mia mamma che si dilettava a cucire, mi sono messo a farlo anch’io. L’idea di avere una giacca come la volevo io, fatta su misura, mi appassionava. E andavo a scuola indossando le mie creazioni, a pensarci bene non tutte oggi le rimetterei... Ma credo che da lì qualcosa sia cambiato, anche se non ho tralasciato l’aeronautica. Ho cercato anche di unire i due mondi".
Come?
"Al primo anno di università ho seguito un progetto di Woolmark incorporando l’aerodinamica e la fluidodinamica a capi tecnici. E sono stato tra i dieci finalisti a livello mondiale".
Ha scelto Milano?
"Sì. Sono di Treviso. Dopo le superiori ho preferito la scuola di design dello Ied all’accademia di sartoria che c’è a Roma. Perché volevo esplorare anche il lato creativo, come si gestisce una collezione, come trarre ispirazione per un capo e studiare la produzione. Avevo appena compiuto 18 anni quando mi sono trasferito. Vivere a Milano vuol dire crescere vicini al mondo della moda, mi piace la frenesia, prendere ispirazioni per strada. A Treviso sono nato e cresciuto, Milano la sento più mia".
Nella sua prima collezione non si è ispirato all’aeronautica ma a Calvino. Perché?
"Con la mia tesi volevo raccontare il mondo della sartoria. Ho scelto Il Visconte dimezzato, che avevo letto al liceo, lasciandomi ispirare dall’idea del corpo frammentato. Dividit il titolo. Ho riscritto la mia versione in cui ogni parte del corpo prende vita e muta. I capi sono realizzati con crini di cavallo, canape, bottoni vintage, anche in corno, gli occhielli sono fatti tutti a mano. E ho collaborato con otto aziende storiche che mi hanno fornito i loro stock e hanno anche prodotto tessuti disegnati da me".
Ha sfilato ai Magazzini Generali tra le eccellenze Ied, ha vinto due premi a Mittelmoda. E ora i suoi outfit voleranno in India. Cosa si prova?
"Quando vedi i tuoi capi sfilare addosso ad altre persone è bellissimo, negli incontri dopo le sfilate si perde la cognizione del tempo. Sono curioso di sapere cosa ne penseranno in India, di vedere come diventeranno i modelli, quale sarà l’allestimento. Porterò sei outfit, 18 capi. E a novembre sarò al Fashion Graduate Italia".
Sogno nel cassetto?
"Aprire una mia sartoria e casa di moda, in cui lavorare con pochi clienti, anche internazionali, restando qui in Italia, lavorando per loro su misura, creando tutto a mano. Mi immagino come un Cristóbal Balenciaga degli anni ’50. Ma prima voglio fare esperienza in qualche azienda per imparare il più possibile".