Il manager Di Fazio per ore davanti ai pm

Già a processo per violenza su una ventunenne, è indagato per altri 4 stupri e il tentato omicidio della ex

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È stato un lunghissimo faccia a faccia con i magistrati. È iniziato verso le 11 ed è finito solo a metà pomeriggio. È stato il primo interrogatorio davanti agli inquirenti per Antonio Di Fazio, l’imprenditore del settore farmaceutico in carcere a San Vittore da oltre sei mesi per violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 21 anni e al quale il 29 novembre scorso è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare per casi di presunti abusi su altre 5 donne, tra cui l’ex moglie, con lo stesso schema, ossia usando sostanze narcotizzanti.

Di Fazio, difeso dall’avvocato Mauro Carelli, interrogato il primo dicembre dal gip Chiara Valori si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri invece, davanti ai pm nell’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, ha risposto alle domande per ore.

È la prima volta che l’imprenditore sceglie di parlare coi pm. Nel nuovo provvedimento di fine novembre si parla di "serialità delle condotte" del 50enne e titolare della Global Farma, in quanto gli abusi sarebbero cominciati nel 2008, da quelli ai danni della donna che all’epoca aveva sposato, fino alle violenze più recenti su modelle o studentesse. Tutte le vittime, secondo l’accusa, sarebbero state narcotizzate con benzodiazepine, abusate e fotografate dall’uomo. Per il 17 dicembre davanti al gip è fissato un incidente probatorio per sentire le quattro giovani vittime, i cui episodi hanno portato alla nuova ordinanza di arresto. Su di lui, già a processo in abbreviato per la prima violenza, è in corso anche una indagine sui suoi interessi economici (è indagato per bancarotta) e su presunti legami con la ‘ndrangheta.

A far crollare l’apparenza una vita a prima vista piuttosto chic, fatta di auto di lusso e di denaro, conoscenze vere o presunte che gli avrebbero permesso di ottenere appalti milionari dalle Asl e dagli enti pubblici di mezza Italia, era stata la prima denuncia: una studentessa ventunenne della Bocconi che, dopo un appuntamento per uno stage nell’azienda di Di Fazio, lo scorso 26 marzo si risveglia a casa, imbottita di benzodiazepine. Quando i carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia Porta Monforte andarrono a perquisire l’appartamento del 50enne, trovarono la boccetta dei narcotici. E quando riescono a penetrare nella memoria di cellulare e computer:, ecco una galleria squallida di scatti difficili da equivocare Partendo da lì, gli investigatori sono riusciti a identificare e sentire alcune delle presunte vittime. Tutte tra i 27 e i 35 anni, tre di origine straniera e una italiana.

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