Il maggiore Randall dalla Scozia: "Quei soldati salvati dai partigiani. Il nostro legame indissolubile"

A Motta Visconti l’incontro per ricordare il coraggio di chi mise in gioco la vita

Il maggiore Randall dalla Scozia: "Quei soldati salvati dai partigiani. Il nostro legame indissolubile"

Il maggiore Randall dalla Scozia: "Quei soldati salvati dai partigiani. Il nostro legame indissolubile"

Dalla Scozia sulle orme del soldato Charles Browne, salvato dal partigiano Gigi Borgomaneri. Nella Storia della II Guerra Mondiale e della Resistenza il nome di Motta Visconti ha di diritto un posto speciale grazie alla storia di due soldati inglesi fuggiti dal campo di prigionia di Borgo S. Siro (Pavia) dopo l’8 Settembre ’43, e scampati ai rastrellamenti tedeschi grazie alla famiglia della sedicenne mottese Agostina De Giovanni, che per due mesi li nascose in casa propria. A immortalare le gesta dei protagonisti di questa bella storia di umanità e solidarietà (raccontata su Il Giorno il 3 marzo 2022), è il Maggiore scozzese dell’Esercito Britannico Nicol Randall, 74 anni, che è stato ricevuto dal sindaco di Motta, Primo De Giuli, insieme al figlio omonimo di Gigi Borgomaneri. L’incontro arricchisce di particolari la storia del partigiano Borgomaneri, che tramite i primi contatti con la nascente rete resistenziale creata da Giuseppe Bacciagaluppi per aiutare i soldati alleati fuggiaschi, organizzò la fuga di Charles Browne e Bill Davis in Svizzera, partendo in bicicletta da Motta il’11 dicembre 1943. Lo scozzese Randall, già maggiore del 1° Reg. delle Guardie Scozzesi della Regina, sta scrivendo un libro sui soldati inglesi salvati dai civili in Italia dopo l’Armistizio e che ricostruisce le vie di fuga lungo i passi alpini.

Grazie all’articolo de Il Giorno sulla ricerca a lieto fine del nipote di Charles Browne che ha ritrovato a Motta il nipote dei salvatori del nonno, Randall ha conosciuto lo storico Luigi Borgomaneri, figlio postumo del partigiano Gigi, con cui ha approfondito la storia, scoprendo risvolti talmente sorprendenti che non solo ha deciso di metterli nel proprio libro, ma ha anche voluto venire in Italia a vedere i luoghi dove oltre 80 anni fa ha avuto inizio il cammino verso la libertà del soldato Charles e del suo amico Bill. La cui fuga ha avuto risvolti rocamboleschi, poiché, arrivati a Delebio in Valtellina, persero i contatti con l’organizzazione resistenziale e dovettero cavarsela da soli: in abiti civili e scarpe da città riuscirono a varcare il passo alpino di Zocca, a 2700 metri di altezza. E, paradosso del destino, a indicargli la strada furono due disertori tedeschi, anch’essi in fuga verso la libertà.

Silvia Lodi Pasini

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