Il grido che vale per tutti i figli di Eva

Maria Rita

Parsi

Dio è madre: questa fu la rivoluzione di Papa Luciani. Il grembo delle donne è il laboratorio che dà vita alle forme della vita. Certamente è necessario il seme dell’uomo. Ma l’uomo non ha quel corpo che è il laboratorio di vita nel quale ogni feto si trasforma in neonato: maschio o femmina che sia! Come il grande Giovanni Bollea sosteneva, tre sono le fasi alle quali bisogna fare riferimento quando dobbiamo interpretare i rapporti tra le donne e gli uomini: tra la vita concepita e partorita e l’avvio al crescere che porterà all’esaurirsi della nostra vita stessa. La prima fase è la “Simbiosi”. Madre e feto sono “due in uno”. Per ogni umano feto, è “il Paradiso Terrestre del grembo materno” nel quale nessuna consapevolezza c’è del Bene e del Male che si sperimenteranno dopo essere venuti al mondo. La colpa di Eva è buttarci fuori da quel Paradiso Terrestre. Per, poi, nella seconda fase, ovvero “la Diade, madre figliofiglia”, consegnarci ad una totale dipendenza dalle cure materne. Nascere è sperimentare tutto questo. E l’angoscia che viene espressa nel pianto inconsolabile del neonato contiene la paura di poter non essere accudito. Una richiesta che si trasformerà nella consapevolezza che siamo nati e, alla fine, moriremo. “La Triade”, la terza fase, arriva come “Legge del Padre”. Per aiutarci a contenere lo sconforto di tale consapevolezza, con il supporto di regole, leggi, tradizioni, religioni affinché, incredibilmente, dopo la morte, in varie forme, ci verrà restituita l’immortalità. Rileggere con attenzione Erich Fromm di “Anatomia della distruttività umana” potrebbe aiutare molti di noi a comprendere il “narcisismo maligno” di chi considera, per impotenza e disperazione, il dare morte più forte e potente del dare vita. Come dire: "La sola vera colpa è di chi ti fa nascere condannandoti al finale di morire!". Quegli assassini, protagonisti dei tanti, continui femminicidi, degli stupri e delle violenze fisiche e psichiche è di questo che vogliono vendicarsi! Contro la loro invidia, contro la loro malata, oscura, patologica impotenza altro non c’è che combattere, donne e uomini insieme, con amore, coraggio, scienza. In Iran come in Afganistan e ovunque, bisogna lottare al grido: "Women-life-freedom”. Grido che vale per tutti i figli di Eva!

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