Il figlio del boss della Comasina Vent’anni per Davide Flachi L’ex naufrago Terlizzi patteggia

Erede di Pepè scomparso nel 2022, è accusato di traffico di droga, armi e varie estorsioni. Tre anni e mezzo invece per il suo prestanome ex pugile e protagonista dell’Isola dei famosi.

Il figlio del boss della Comasina  Vent’anni per Davide Flachi  L’ex naufrago Terlizzi patteggia

Il figlio del boss della Comasina Vent’anni per Davide Flachi L’ex naufrago Terlizzi patteggia

È stato condannato a 20 anni di reclusione, in abbreviato, Davide Flachi, il figlio dello storico boss della ‘ndrangheta del quartiere milanese della Comasina Pepè Flachi (morto a gennaio 2022), finito in carcere lo scorso settembre nell’inchiesta della Dda su una presunta associazione per delinquere con traffici di droga e armi, frodi alle assicurazioni ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Per i magistrati, era emerso il suo ruolo decisorio, "la sua ormai indiscussa ed elevata caratura criminale": per questo, veniva definito “il gigante”, capace di primeggiare per la storia familiare, ma anche per la capacità di incutere "timore e soggezione".

Invece Franco Terlizzi, l’ex pugile ed ex naufrago dell’Isola dei Famosi, ritenuto il prestanome di Flachi ma non il complice nel presunto traffico di droga, si è visto accogliere il patteggiamento a tre anni e mezzo. Anche lui era finito in carcere. L’ex boxeur, secondo le indagini dei Nuclei di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano e Pavia, coordinate dai pm Gianluca Prisco e Francesco De Tommasi, avrebbe gestito come presunto prestanome una carrozzeria nel Milanese per conto di Flachi, ma non avrebbe partecipato ad alcun traffico di stupefacenti.

La sentenza è stata pronunciata ieri dal gup Natalia Imarisio, che ha accolto le richieste avanzate dalla Procura e che, oltre ai 20 anni per il figlio del boss della Comasina, ha inflitto altre condanne tra cui 18 anni per Samuel Cimmarusti, ritenuto uno degli uomini di fiducia di Flachi, e 17 anni e 4 mesi anni per suo cugino Santo Crea. In seguito all’inchiesta coordinata dalla Dda, lo scorso settembre la Gdf aveva eseguito 13 fermi.