RUBEN
Cronaca

Il digitale potenzia la tutela della salute

Il mercato della sanità digitale in Italia sta crescendo rapidamente grazie a investimenti pubblici e privati. La telemedicina e le cartelle cliniche elettroniche sono priorità, con previsioni di crescita fino a tre miliardi nel 2026. L'innovazione digitale promette un accesso più equo alle cure, ma la sicurezza dei dati e la privacy dei pazienti sono sfide cruciali da affrontare.

Razzante*

Il mercato della sanità digitale in Italia, trainato da un mix di investimenti sia pubblici che privati, sta vivendo una fase di crescita senza precedenti. Questo trend non solo rappresenta un’opportunità di sviluppo economico, ma anche un cambiamento fondamentale nell’approccio alla salute. Secondo il recente rapporto “Il Digitale in Italia“ del 2023, redatto da Anitec- Assinform, l’Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) aderente a Confindustria, oltre all’impetuoso aumento del volume di mercato ICT, la sanità italiana vede un crescente flusso di investimenti in tecnologie innovative. La telemedicina, ad esempio, è vista come una priorità dalla maggior parte delle strutture sanitarie, mentre l’introduzione o l’estensione delle cartelle cliniche elettroniche rappresenta un obiettivo per moltissimi ospedali. L’intero mercato ha raggiunto un valore di 2,229 miliardi di euro nel 2023, con previsioni di crescita fino a tre miliardi nel 2026. Le nuove soluzioni digitali possono garantire un accesso più equo e tempestivo alle cure mediche, riducendo le disuguaglianze nell’ambito della tutela della salute. Inoltre, questa rivoluzione tecnologica può anche contribuire a contenere i costi sanitari complessivi, migliorare l’efficienza dei processi e favorire una maggiore partecipazione dei pazienti alla gestione della propria salute. Tuttavia, affinché l’innovazione digitale possa realizzare il suo pieno potenziale, è essenziale affrontare le sfide legate alla sicurezza dei dati e alla protezione della privacy dei pazienti. Un impegno congiunto tra l’industria ICT, le istituzioni e la società civile è fondamentale per garantire che i servizi sanitari digitali siano inclusivi e accessibili a tutti. Ciò significa progettare sistemi che siano compatibili con le diverse capacità sensoriali, motorie e cognitive delle persone.

*Docente di Diritto dell’informazione

all’Università Cattolica

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