
Matteo
Vizzaccaro*
Milano continua a correre. Forse in modo più silenzioso, più sobrio rispetto al passato, ma Milano non si è fermata, gli imprenditori e le aziende hanno continuato a investire, consapevoli della complessità del momento così come delle opportunità. A partire da operazioni di acquisizione volte a integrare a monte la filiera e ad acquisire tecnologie utili ad elevare il livello della barriere all’entrata nel settore dell’IT in campo medico, per arrivare a transazioni di consolidamento della quota di mercato su segmenti del manifatturiero che hanno beneficiato del lockdown e a quelle che cavalcano il trend del mercato relativo alla tecnologie, molti sono stati gli operatori che hanno preso parte ad operazioni di M&A (Mergers and Acquisitions). Dati alla mano fra il primo gennaio 2020 e 20 dicembre 2020 sono stati 1.471 (*Elaborazioni dell’autore su dati Zephyr, Bureau van dijk) deal che hanno coinvolto target o acquirenti di provenienza domestica, per un controvalore totale di somme movimentate pari 54,5 miliardi di euro ed un valore medio per deal pari a 61,4 milioni. Il controvalore delle operazioni che hanno avuto come attori in veste di acquirenti o target soggetti provenienti dal territorio milanese è pari a circa 15 miliardi di euro, il 28% del totale. Gli acquirenti di orgine italiana sono stati 757. Di questi il 31% (233) proviene da Milano. Allo stesso modo le target milanesi hanno rappresentato il 33% (447) delle target italiane, pari a 1.343. Le operazioni riguardanti il 100% del capitale sono state 370, 60 di queste (il 16%) è collegata a Milano. I settori interessati da queste operazioni sono variegati. Al primo posto le operazioni riguardanti l’IT, con un totale di 239 (il 16% del totale).
*Università Bocconi