"I problemi ci sono ma è un sogno..."

Per i ciclisti, il corridoio riservato alla mobilità dolce che da piazza San Babila arriverà fino a viale Monza è una benedizione. "Chi critica questa ciclabile guarda il dito anziché la luna". Marco Mazzei, presidente dell’associazione Milano bicycle coalition e tra i fondatori di “Massa marmocchi”, progetto per accompagnare i bimbi a scuola in bicicletta, non ha dubbi: "Su tutto, prevale il fatto che finalmente ci sia un itinerario che speriamo sia completato il prima possibile. Per anni abbiamo combattuto una battaglia per avere un tratto protetto in corso Buenos Aires: ora è al di sopra di tutto". Supera anche i presunti "errori" e i punti definiti "problematici e pericolosi per gli stessi ciclisti" da chi quella pista la vorrebbe altrove o realizzata in modo diverso. Lunedì, giorno di riapertura di negozi e altre attività per la seconda tappa della fase 2, sono emerse criticità all’incrocio con piazza Oberdan: ci sono stati incolonnamenti di auto e ciclisti costretti a fare gimcane. "Occorre analizzare la situazione, guardare i flussi, lavorare sulle preferenze semaforiche. Ma è normale che si debba intervenire per correggere: questo lavoro, che di norma si realizza in tre anni, è stato effettuato in pochi giorni. Bisogna guardarlo in prospettiva, è un cambiamento di mentalità. Ci siamo lamentati per anni di piste ‘a spezzatino’, ora ne abbiamo una continua, che va difesa. Ciò che non va si sistemerà a poco a poco". Stesso pensiero di Guia Biscaro, presidente di Fiab Milano Ciclobby: "Tutto è migliorabile. Il bello di questa pista con segnaletica dipinta, realizzata velocemente e a basso costo, è che si potrà adattare a seconda delle esigenze. Finché non ci sarà un cambio di mentalità, il traffico aumenterà. Finora l’errore è stato dare la priorità alle auto: ma la strada è di tutti, anche dei ciclisti. Giusto togliere spazio a chi è più ingombrante e meno efficiente. Per chi ha bisogno di andare in centro e non può camminare, ci sono metrò, bus, tram e taxi. È il momento di cambiare, Milano deve allinearsi all’Europa". Marianna Vazzana

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