NICOLA PALMA
Cronaca

I numeri della Scala. Pure la Corte dei Conti promuove Meyer. Ma non gli basterà

Via libera al rinnovo contrattuale 2024-26 firmato con i sindacati. Botteghino a livelli pre-pandemia, due euro su tre da ricavi propri. Nuovo sovrintendente, Sala e Sangiuliano: "Soluzione condivisa".

Via libera della Corte dei Conti al rinnovo triennale del contratto Scala, sottoscritto dalla direzione del teatro e dai sindacati il 21 novembre. Semplificando, si potrebbe dire che pure i pm contabili hanno promosso la gestione del sovrintendente Dominique Meyer, a cui però il contratto in scadenza nel febbraio del 2025 non verrà rinnovato. Di più: oggi i bookmakers non scommetterrebbero neppure su una mini proroga di 12 mesi. Ma andiamo per ordine. Ieri sono state pubblicate le motivazioni che hanno spinto i magistrati della Sezione regionale di controllo della Lombardia a ritenere che le cifre inserite nell’intesa tra management e rappresentanti dei lavoratori siano sostenibili per le casse del teatro.

Nel provvedimento vengono ripercorse tutte le puntate della storia: dalla moratoria legata all’emergenza Covid (che ha portato risparmi per 10 milioni di euro) all’una tantum del 2023 da 1,044 milioni, fino all’accordo per la parte economica riguardante il periodo 2024-26. "Gli aumenti – si legge – riguardano la retribuzione annua lorda, comprensiva di tutte le voci stipendiali (di fonte nazionale e aziendale) e il Tfr con un incremento percentuale intorno al 5 per cento". Un surplus in busta paga finalizzato "a consentire una compensazione della perdita di potere d’acquisto determinata dal forte aumento inflazionistico verificatosi nel corso dell’anno 2021 e tuttora in corso". Il tutto costerà 8 milioni in tre anni, con una progressione che passerà dai 2,150 milioni del 2024 ai 3,228 milioni del 2026. Per valutare la compatibilità di questi numeri con gli strumenti di programmazione e bilancio, i giudici contabili hanno studiato il budget 2023. Ed ecco cosa emerge: l’anno scorso, i ricavi da biglietteria hanno raggiunto quota 32,3 milioni, con un "riallineamento ai valori del triennio 2017-2019, anche in virtù di una strategia di concentrazione del numero delle recite e volta a migliorare il tasso di saturazione della sala".

E ancora: "Il patrimonio netto complessivo al 2 ottobre 2023 risulta di 124,5 milioni di euro, in costante crescita negli ultimi dieci anni, mentre il totale del patrimonio indisponibile è di 78,4 milioni di euro". Se analizziamo i grafici, la percentuale di ricavi propri tra botteghino, sponsorizzazioni, pubblicità, erogazioni liberali e contributi di fondatori non di diritto si attesta al 66%, a fronte del 34% dei contributi dei fondatori di diritto (Stato, Comune e Regione). Tradotto: due euro su tre sono autofinanziati. E le previsioni fino al 2026 sono in linea con queste cifre, tanto da far ritenere "rispettato il parametro della compatibilità dei costi scaturenti dall’accordo di rinnovo contrattuale". Considerazioni che, a meno di clamorose sorprese, non dovrebbero spostare di una virgola la discussione in corso sul futuro prossimo del tempio della lirica.

Ieri il sindaco Giuseppe Sala e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano hanno diramato una nota congiunta per spiegare che "stanno lavorando a una soluzione condivisa al fine di valorizzare al meglio un’eccellenza italiana e milanese", sottolineando che il lavoro viene portato avanti "in assoluta concordia". Peccato che solo qualche giorno fa ci sia stato uno scontro sulla proposta di prolungamento annuale per di Meyer, bocciata senza mezzi termini dal Mic. Martedì i termini dell’intesa verranno comunicati al Cda: l’ipotesi che si sta facendo strada prevede una proroga fino al 2026 soltanto per il maestro Riccardo Chailly, con nomina immediata di Fortunato Ortombina come successore dell’alsaziano. "All’attuale sovrintendente e direttore artistico Dominique Meyer – chiudono Sala e Sangiuliano – va riconosciuto un mirabile impegno e una totale dedizione a servizio della Scala che, sotto la sua gestione, ha raggiunto, anche dal punto di vista organizzativo e finanziario, risultati straordinari che costituiscono oggi patrimonio comune per Milano e per l’Italia".

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