I nostri diritti dimenticati ormai da tutti

Gianni

Alfano*

Da oggi in Lombardia dalle 23 scatta la chiusura di tutte le attività di somministrazione e ristorazione e inizia il coprifuoco fino alle 5, fino al 13 novembre. Sono due giorni che è cominciata la polemica, diversi titolari di attività della movida e ristoranti sono scesi in piazza sotto Palazzo Lombardia per protestare contra la Giunta regionale che non ha aiutato le Partite Iva né snellendo la burocrazie e gli adempimenti fiscali né dando aiuti economici per ripartire dopo mesi di chiusura forzata delle attività per causa Covid. Le Partite Iva sono furiose, in particolare i titolari dei locali di somministrazione e ristorazione e da oggi si sono uniti anche i tassisti, che ormai sono mesi non lavorano e non incassano perché a Milano è tutto fermo, non c’è turismo e la moda è immobile, sono sospese tutte le attività culturali, artistiche e tutti gli eventi. I tassisti, poveri piccoli imprenditori, oltre alle spese, alle tasse, non portano da mesi a casa soldi. Oggi si sono uniti decine di conducenti di tassisti e hanno protestato: un corteo di auto bianche da Loreto a Porta Venezia, fino in piazza della Scala. Poi hanno fatto il percorso inverso e sono rientrate in Loreto.

Una sorta di flash mob improvvisato per accendere i riflettori sulla crisi del settore, che potrebbe aggravarsi con il “coprifuoco” deciso dalla Regione. Da stasera scendono in piazza tutte le associazioni di categoria, a Milano si attende un week-end di proteste da parte di tutte quelle micro, piccole e medio imprese che non sanno più come andare avanti. In particolare i titolari delle attività di somministrazione e ristorazione che con la chiusura delle 23 si vedono portare ancora via gran parte della loro clientela e dei loro volumi d’incasso. I tassisti che non lavoreranno più dopo le 23 e perdono anche loro possibili clienti e incassi. Per cui abbiamo deciso anche noi, con i nostri associati, di scendere in piazza per protestare contro la decisione presa dalla Giunta regionale che invece di aiutare chi fa impresa, ostacola chi produce benessere, ricchezza, occupazione e posti di lavoro sul territorio. Senza Impresa non c’è Lombardia. Senza Impresa non c’è Italia.

*Coordinatore Provinciale

di ImpresAzzurra e Unimpresa

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