
Paolo
Barillari*
Via Bolla io l’ho conosciuta da bambino, quando ci si poteva inseguire con un pallone attraversando un prato incolto e un piccolo sentiero scortato da una siepe spontanea. Dalle torri di via Borsa e via Appennini, come attraverso un portale dimensionale si passava a quelle case di edilizia popolare inseguendo il ladro di turno di palloni di cuoio. E il mio amico che ogni tanto mi rubava il pallone mi diceva "lo vedi? Queste sono le case dei poliziotti! E queste dei camorristi!". Forse calcava la mano, suo padre non era né poliziotto, né camorrista! Ricordi del 1989, forse 1990. Mi portava in appartamento e metteva la musicassetta di “Maradona è megl’e Pelé” e poi Nino D’Angelo a profusione! Le Vele di Scampia versione Milano? No, troppo facile! Sì, ci assomigliavano in tutto! Nel degrado, nei suoni e nelle musiche che provenivano dai balconi, nelle lenzuola stese e nelle madri con voci presenti e di petto che ora io, insegnante di canto professionista, fatico a identificare e a insegnare in modo efficace. Finì l’infanzia. Il mio amico fu bocciato agli esami di quinta elementare. Non lo vidi più. La vita mi ha portato in giro per la città e poi a far da spola tra l’Italia e Londra per un paio d’anni. Anche da lì pensavo a via Bolla che mi aveva insegnato che il male assoluto non sta mai da nessuna parte. Tornando ho trovato tutto cambiato. Più nessuno ti ruba palloni! Troppo facile, troppo vintage, troppo impegnativo per i ragazzi di oggi. Forse i followers si rubano più facilmente. E allora non serve più neanche il sentiero e la siepe sconnessa. Accanto resta la chiesa di mattoni rossi, l’oratorio dove ogni tanto andavo a recuperare nelle reti mal legate i miei palloni rubati, che chissà perché finivano lì. Quelle case sempre più scarrupate, legate da accrocchi elettrici, divise da lotte intestine furibonde, dove una notte si sparano petardi e l’altra scoppiano risse. Dove una notte ci si rincorre in auto e un’altra si ballano danze rom tra l’immondizia. Gioco con le parole: è una specie di Bolla di vetro sospesa nel tempo. Anche oggi, che di nuovo quella Bolla è svuotata, chissà di quale nuova materia si riempirà. Luccicherà di nuovo di una sua luce. Bella o brutta, ma sua.
* cantante, attore
e drammaturgo
residente in zona