
di Roberta Rampini
Lo spazio un tempo occupato dalla sagrestia è diventato l’Antiquarium: è qui, nella chiesa “vecchia” di San Pietro all’Olmo a Cornaredo, che ora si possono ammirare una selezione dei reperti rinvenuti durante le indagini archeologiche condotte tra il 2005 e il 2010 dalla ex Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia. Frammenti di affreschi storici restaurati e ricomposti esposti al pubblico per la prima volta nel fine settimana e ora fruibili da tutti. In apposite teche di vetro sono esposti alcuni materiali che provengono dai resti di una villa di epoca imperiale romana, sorta lungo la via che da Mediolanum conduceva a Novaria e abitata tra il II e il V secolo d.C., e gli oggetti associati alle sepolture collocate nel XVI secolo sotto la pavimentazione dell’attuale chiesa, restaurati grazie al contributo del Comune. Su appositi pannelli invece si possono ammirare agli straordinari intonaci testimonianza della decorazione pittorica che rivestiva le pareti laterali della navata della chiesa nella fase ottoniana: un ciclo di dipinti murali realizzato nei primi decenni dell’XI secolo.
I numerosissimi frammenti sono stati recuperati e solo in parte ricomposti, grazie a Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto Restituzioni 2016. Il lavoro è stato eseguito dalla restauratrice bresciana Stefania Tonni, che per anni ha lavorato sugli oltre diecimila frammenti, suddivisi in 250 cassette, di affreschi ritrovati. Un lavoro enorme iniziato senza alcun punto di riferimento delle immagini originali che ha richiesto una vera e propria ricerca degna di un “detective” dell’antichità, iniziata nel laboratorio della restauratrice e successivamente per questioni di spazio in alcuni locali delle Gallerie d’Italia. Ora che hanno ripreso vita, i frammenti sono tornati a “casa” nell’Antiquarium inaugurato venerdì sera, per continuare a raccontare la storia della chiesa completamente distrutta dai cinque terremoti che nell’estate del 1117 scossero la pianura padana.