"Ho perso mia madre Vivo col terrore di morire"

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Anni di esposizione all’amianto nelle case popolari in via Rimini 29, zona Romolo, hanno lasciato come eredità la "paura di ammalarmi e di morire, nel silenzio delle istituzioni". Roberto Marchitto, 51 anni, ha già visto archiviare gli esposti in Procura sulla morte per mesotelioma pleurico di sua madre, Paola Corda. La causa davanti al Tribunale civile, invece, si inizierà a discutere il 16 giugno. Intanto almeno un risultato è stato ottenuto, perché le bonifiche nel caseggiato si sono concluse nel 2018, al termine di lavori iniziati quando correva l’anno 2002. Il complesso fu costruito dall’Aler negli anni ’60, in un’epoca in cui l’amianto (messo al bando nel 1992 perché cancerogeno) era un materiale molto diffuso nell’edilizia e nell’industria.

Paola Corda morì il 20 agosto 2015, e il 23 novembre il figlio presentò denuncia sostenendo, tra le altre cose, che la bonifica iniziata nel 2002 era stata fatta "senza le necessarie misure di sicurezza per gli inquilini" rimasti a vivere nel caseggiato. L’inchiesta è finita con un’archiviazione, perché non ci sarebbero sufficienti elementi per stabilire che il mesotelioma fu provocato dall’esposizione e che ci fu dispersione di fibre durante la bonifica nell’ambito del piano comunale. Ora resta aperta la battaglia davanti al Tribunale civile che chiama in causa il Comune di Milano, Aler ed Mm, che negli anni si sono succeduti nella gestione del condominio. "Ho paura anche per la mia salute visto che ho vissuto lì per anni – prosegue Marchitto –. La bonifica è stata completata e almeno questa è una vittoria anche se, avendo comprato in passato l’appartamento, abbiamo dovuto pagare noi i lavori all’interno senza ricevere un euro di rimborso. Intanto nel caseggiato continuano a verificarsi casi di tumori e morti sospette".

Andrea Gianni

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