Guida Gambero Rosso, in Lombardia la cucina migliore parla (anche) cinese / FOTO

Presentata in Regione l'edizione 2020 della nota guida gastronomica

La presentazione della guida del Gambero Rosso a Palazzo Lombardia

La presentazione della guida del Gambero Rosso a Palazzo Lombardia

Milano, 16 luglio 2019 - Piccoli flash annotati sullo smartphone: un sacco di giovani chef e patron emergenti (tra loro, uno tsunami di donne), la presenza sempre più nutrita di locali etnici, la forza della provincia che in materia di food tiene botta alla metropoli meneghina, il peso specifico sempre meno subalterno della «sala» rispetto alla «cucina». Del resto, le grandi guide gastronomiche non seminano giudizi e sentenze: piuttosto, orientamenti, tendenze, fibrillazioni, nuovi bisogni. E sono queste le vere novità della Gambero Rosso 2020 'Milano e il meglio della Lombardia', anche se, certo, il rating dei migliori (quelli con le famose «Tre forchette») fa sempre il suo effetto.

C’è Carlo Cracco che si conferma star di primo livello con 92 punti, in un terzetto dove brillano anche Antonio Guida (del ristorante «Seta» di Milano) e i fratelli Chicco e Bobo Cerea del «Da Vittorio» di Brusaporto, nella Bergamasca. A ruota, (91 punti), Enrico Bartolini del «Mudec Restaurant» e Andrea Berton del ristorante omonimo, entrambi a Milano, quindi la mitica famiglia Santini del ristorante «Dal Pescatore» di Canneto sull’Oglio (Mn) e Davide Oldani del «D’O» di Cornaredo, seguiti (a 90) dal «bretone» (ormai adottato dai bresciani) Philippe Léveillé del «Miramonti l’Altro» di Concesio. Grande attenzione, anche più del solito, ai premi «Tre gamberi», omaggio alle trattorie che più di altre assicurano culto per la tradizione e il territorio: e qui è il fuori-città a primeggiare, con alcune perle come «La Madia» di Brione (Bs), la «Locanda delle Grazie» di Curtatone (Mn), il «Caffè La Crepa» di Isola Dovarese (Cr) e l’«Osteria della Villetta» dal 1900 di Palazzolo sull’Oglio (Bs), anche se Milano è comunque presente con «Trippa» (via Vasari) e «Osteria del Treno» (via San Gregorio). Tre chicche  della guida, le «novità dell’anno», con Milano che fa man bassa: premi speziali per il bistrot «Carlo e Camilla in Duomo», per i ristoranti Nebbia e Serica, per il pausa-gourmet «Peck-CityLife», per lo street food Fratelli Torcinelli e per la gastronomia Mood Market. Impossibile non segnalare i «campioni del cibo e del vino», ovvero le migliori cucine: e qui, oltre ai già citati Berton, Cracco, Guida, Bartolini e Oldani, strameritano Andrea Aprea, Luigi Taglienti ed Eugenio Boer.

Anche se nella nuova guida del Gambero Rosso contano fortemente i locali con il migliore rapporto qualità/prezzo: a Milano, «Le Nove Scodelle» (viale Monza 4) e «Locanda Perbellini» (via della Moscova 25); fuori città, «Nasturzio» di Albino (Bg), «Due Spade» di Cernusco sul Naviglio (Mi), «La Piazzetta» di Montevecchia (Lc). E l’orientale «Mu Fish» di Nova Milanese (MB), ennesima conferma di una passione per la cucina asiatica che a Milano ha le sue icone in «Casaramen» (via Porro Lambertenghi), «Iyo» (via Piero della Francesca 74) e «Wicky’s Wicuisine» (corso Italia 6). Quasi una metafora: in un mondo che ha lo sciagurato bisogno di innalzare muri, fisici e mentali, verso tutto e tutti, quella della tavola sembra una buona notizia e una bella parabola.

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