
La centrale unica che da lunedì notte smisterà le chiamate alla guardia medica (NewPress)
Milano, 29 settembre 2017 - Attese anche di 40 minuti e a volte a vuoto, perché nessuno dall’altra parte alza il telefono. Parecchie volte: circa duemila chiamate senza risposta al mese, cioè un quarto di quelle che arrivano al «servizio di continuità assistenziale» che ai milanesi, a dire il vero, da tempo appariva assai poco continuo. È l’ex guardia medica, cui rivolgersi per i casi poco urgenti quando medici di famiglia e pediatri non lavorano, cioè, in teoria, dalle 20 alle 8 di mattina e anche dalle 8 alle 20 nei giorni festivi. Anzi, a Milano anche nei prefestivi visto che un anno fa i potenti sindacati dei medici di base strapparono all’Ats Metropolitana un accordo per tener chiusi gli studi nei ponti, come facevano già i colleghi delle ex Asl dell’hinterland. E chi sta male, anche se non tanto da dover andare in ospedale, finisce così a intasare i pronto soccorso in codice bianco (pagando il ticket).
Questo, dalle otto di sera del 2 ottobre, non dovrebbe più succedere. Almeno è l’obiettivo della centrale unica che da lunedì notte smisterà le chiamate alla guardia medica: gestita dall’Areu, la casa madre del 118 che invece risponde alle urgenze, «per garantire maggiore appropriatezza delle chiamate e tempi più rapidi», chiarisce l’assessore regionale al Welfare. È lui, Giulio Gallera, a spiegare che «da tempo venivano segnalate all’Ats criticità relative a risposte in tempi molto lunghi», o del tutto assenti. «Col nuovo modello ci sarà in tempi certi». Due minuti, in base ai protocolli dell’Areu che gestirà le chiamate alla guardia medica «con le modalità operative» in uso al 118. Sono in media 7.921 chiamate al mese a Milano; meno di una su tre (il 30%) ha un seguito con una visita a domicilio del medico di guardia.
Il numero rimane lo stesso, 02/34567, e saranno sempre le guardie mediche a decidere caso per caso se ci sia bisogno di muoversi o sia sufficiente una consulenza telefonica, ma almeno la prima risposta sarà garantita dagli operatori non sanitari dell’Areu, «appositamente formati e qualificati»: valuteranno se la richiesta è di pertinenza della continuità assistenziale e in quel caso passeranno la chiamata al medico nella postazione territoriale, una per ciascuno dei nove Municipi, «in via telematica e informatica a garanzia della presa in carico». La guardia, dopo aver valutato l’intervento più appropriato, «restituirà alla centrale riscontro informatizzato della prestazione effettuata. Con la tracciabilità di tutte le fasi - spiega l’assessore - sarà possibile migliorare ulteriormente il servizio».
Intanto è stato potenziato l’organico delle guardie mediche, che a Milano passano da 18 a 25 totali per ciascun turno; e da novembre a febbraio, in quelli diurni, ci sarà un medico in più in ciascuna delle nove postazioni, che avrà un ambulatorio dove gli utenti potranno andare per le visite e le prescrizioni previste dal servizio. «Una maggior presenza - ragiona Gallera - permetterà di rispondere meglio alle chiamate, dedicando un tempo adeguato a ciascuna consulenza telefonica» e aumentando anche le visite domiciliari: «Oggi mediamente un medico ne effettua tre per turno». I milanesi arrivano per ultimi a questo nuovo modello chiamato “Coca Laica” (Coca sta per “Centrale operativa continuità assistenziale”), avviato a partire dal febbraio scorso in tutti gli altri territori dell’Ats Metropolitana «anche in applicazione di disposizioni nazionali e normative regionali». I sindacati dei medici di base hanno ottenuto - «in deroga a quanto avviene fuori città, per la complessità e varietà delle richieste» a Milano, spiega il direttore dell’Ats Marco Bosio - che una guardia medica in servizio si dedichi unicamente a prendere le chiamate della centrale, valutare le prestazioni e se basta una consulenza, farla, «mentre gli altri svolgeranno le visite domiciliari ritenute appropriate».