The Skydrop, un grattacielo per la Barona

Nuova torre di 20 piani in via Palatucci, intorno all’immobile sorgeranno 9mila metri quadri di aree verdi

Il nuovo grattacielo di via Palatucci

Il nuovo grattacielo di via Palatucci

Una "goccia di cielo" in via Palatucci, tra viale Famagosta e l’autostrada Milano-Genova, poco distante dalla Barona. Parliamo del progetto “The Skydrop’’, il nuovo grattacielo che sorgerà nella periferia sud di Milano. Centoventi metri di altezza nel punto più alto del pinnacolo, 20 piani fuori terra e due interrati, 38.800 metri quadrati di superficie totale di progetto, 1.500 mq a piano, 250 posti auto coperti, 9 mila mq di aree verdi, 3.500 mq di giardini pensili. Un investimento da 25 milioni di euro solo per i lavori: l’immobile sarà destinato ad un uso direzionale e commerciale. I proprietari dell’area, Real Estate Center, società del gruppo Carfin92, hanno scelto il progetto dello studio Prp Architettura di Rolando Gantes e appena affidato i lavori all’Ati Ediltecno Restauri - Capitalfin Holding.

I rendering di The Skydrop mostrano una torre con un’amplissima facciata centrale in vetro, una decina di terrazze laterali stile Bosco Verticale, un giardino che sale in obliquo sui piani più alti e una scala panoramica che attraverso tutto l’immobile. L’impatto visivo è notevole e cambierà lo skyline di una zona in costante sviluppo urbanistico, dalla nuova Esselunga fino alla Iulm. L’obiettivo dei finanziatori e dei progettisti di The Skydrop è rendere la torre e l’area verde circostante "un elemento iconico, un segnale emblematico di una nuova soglia urbana". Sì, perché – come accennato sopra – l’immobile sorgerà non molto distante dall’autostrada che entra a Milano e dalla fermata M2 Famagosta, dove c’è anche un maxi-parcheggio di interscambio per chi arriva da fuori città e vuole lasciare la propria auto per proseguire verso il centro di Milano con i mezzi pubblici. Via Palatucci è una tipica strada di raccordo ai confini della metropoli, una via che con il grattacielo immerso nel verde dovrebbe assumere una certa centralità per ora impensabile.

Nelle linee guida del progetto si parla di un "parco in città", pensato per "esaltare il concetto di ecosostenibilità del nuovo intervento; mitigare l’impatto delle infrastrutture esistenti che circondano l’area di progetto; migliorare le condizioni paesaggistiche/ambientali destinate ai fruitori della nuova area verde; rafforzare e incrementare la naturalità dell’area con elementi vegetali che siano in continuità con quelli esistenti". L’immobile è pensato nel rispetto dei più alti standard energetici con certificazioni Leed e Well.

The Skydrop, all’interno, è diviso in un piano terra per l’accoglienza di lavoratori e visitatori, che avrà sale meeting, palestra, nursery e spazi polivalenti. I piani superiori, quelli operativi, offriranno spazi flessibili adattabili alle esigenze di chi lì lavorerà, negli standard dei progetti post-pandemia. Le terrazze laterali con piante vicine ai posti di lavoro fungeranno da collegamento visivo tra spazi interni ed esterni. Il Piano lounge, il 20°, è progettato per favorire gli incontri informali e organizzare eventi e vernissage. Le grandi vetrate garantiscono illuminazione naturale e panorama suggestivo.

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