Gorgonzola (Milano) – “Fatti alcuni passi in Gorgonzola, vide un’insegna, entrò; e all’oste, che gli venne incontro, chiese un boccone, e una mezzetta di vino: le miglia di più e il tempo gli avevan fatto passare quell’odio così estremo e fanatico. “Vi prego di far presto – soggiunse – perché ho bisogno di rimettermi subito in istrada“. L’oste rispose a Renzo, che sarebbe servito; e questo si mise a sedere in fondo della tavola, vicino all’uscio: il posto de’ vergognosi".
Capitolo 16 dei Promessi sposi, 12 novembre 1628: la fuga di Renzo dai tumulti milanesi per il pane, il vagabondare per le campagne alla volta dell’Adda, e la sosta a Gorgonzola, per una cena fra oste, mercanti e “sfaccendati“ all’antica Osteria dei frati in via Milano; tutto su affresco e nel cuore della città: "Abbiamo scelto, in questo anno di celebrazioni, il Manzoni che rimane". Decine e decine di cittadini e autorità, ieri, hanno applaudito il “disvelamento“ del grande pannello murale, 3 metri per 2,10, quasi 150 chili di peso, che racconta la cena letteraria di Tramaglino in riva al Naviglio. Un’opera imponente, realizzata dall’artista Mario Grandi, con l’aiuto di Federica Balconi, con la tecnica dell’affresco a secco monocromo, e con un modello, una delle stampe dell’incisore ottocentesco Francesco Gonin.
L’opera, commissionata nel giugno scorso su iniziativa dell’associazione culturale Concordiola, è stata finanziata da Comune ed Ecomuseo della Martesana, con il contributo, top secret così come nomi e cognomi, di alcuni cittadini benefattori. Due mesi di lavoro per realizzare “a blocchi“ e assemblare. Ieri il vernissage, alla presenza dell’artista, di Giandomenico Ferrari e Cristina Ricci per Concordiola, di Ilaria Scaccabarozzi e della giunta comunale, del direttore dell’Ecomuseo Benigno Calvi e di tante personalità. Un legno speciale per il pannello, una cornice di ferro zincato, una tecnica complessa e un “cantiere“ imponente per il montaggio, "un’opera di pregio – dice la sindaca – che racconta una storia, e ci renderà ancora più orgogliosi di vivere in questa bella città". La trattoria del romanzo, si pensa, fu davvero a pochi passi da piazza Cagnola. Fra le pagine manzoniane anche preziosi stralci storici dedicati alla rivolta del pane nel giorno di San Martino.