
di Nicola Palma
Ormai siamo arrivati a quota tre in meno di un mese. L’identikit è sempre lo stesso, e a questo punto rischia di assomigliare di più a una preoccupante tendenza: incensurati insospettabili che si mettono a spacciare droga, complici il momento di crisi economica che tanti stanno vivendo (anche se la stragrande maggioranza continua a tirare la cinghia come meglio può e senza ricorrere a scorciatoie) e la prospettiva dei guadagni tutto sommato facili garantiti dallo smercio al dettaglio di stupefacenti. Gli ultimi due casi sono emersi a seguito di un doppio blitz degli agenti della sezione "Criminalità diffusa" della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Massimiliano Mazzali.
Il primo arresto è andato in scena nel pomeriggio di venerdì della scorsa settimana. Le indagini sul territorio hanno portato i poliziotti sulle tracce di un agente immobiliare di 44 anni con ufficio in zona Bonola. Attorno alle 17, i segugi di via Fatebenefratelli hanno visto arrivare un ragazzo davanti all’indirizzo monitorato; qualche minuto dopo, è uscito l’uomo, che gli ha venduto una dose di hashish. A quel punto, è scattata la perquisizione all’interno dell’agenzia: in un cassetto della scrivania sono stati trovati altri 50 grammi di hashish. I controlli si sono poi spostati nell’abitazione del quarantaquattrenne: lì gli agenti hanno sequestrato altri quattro panetti da 100 grammi l’uno e un bilancino di precisione. Il consulente immobiliare, dalla fedina penale immacolata, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio. Qualche ora più tardi, altra operazione. I poliziotti hanno "agganciato" una donna, pure lei incensurata di 44 anni, che continuava a muoversi a bordo di un taxi da una parte all’altra della città. Prima si è fatta accompagnare in zona Lorenteggio ed è risalita sull’auto bianca dopo una breve sosta in un condominio; poi si è spostata in largo Treves, in zona Brera, dove ha venduto due dosi di cocaina a un quarantasettenne che la stava aspettando. Intercettata la cessione e avuta la certezza che si trattava di una pusher che faceva consegne a domicilio, gli investigatori sono intervenuti e hanno bloccato la donna, che nel frattempo si era incamminata verso Porta Nuova: con sé aveva altre otto dosi di "bianca", nascoste nella borsetta, 350 euro e due cellulari. A casa sua, in corso Lodi, sono state sequestrate altre 83 dosi di cocaina (per un peso di circa 40 grammi), trovate all’interno di una valigia. Pure la quarantaquattrenne è finita in manette. I due casi di venerdì si aggiungono a quello del 13 gennaio: quel giorno, gli uomini della Mobile avevano ammanettato un trentottenne italiano, professione ufficiale ottico, che utilizzava il suo negozio tra viale Jenner e via Imbriani per vendere cocaina e hashish. Allertati da una serie di segnalazioni che parlavano di "movimenti strani", i poliziotti avevano trovato nel retrobottega, nel quadro elettrico della toilette, 37 grammi di coca chiusi in un unico sacchetto e mezzo chilo di hashish diviso in sei involucri.
Agli agenti, l’uomo aveva raccontato di aver iniziato a distribuire dosi per procurarsi la droga e di aver pian piano allargato il giro quando si era accorto che l’attività di pusher era molto più redditizia di quella di ottico. Una parabola criminale che lo accomuna agli altri due insospettabili, che si erano creati il loro gruppo di clienti da rifornire e che forse pensavano di continuare a far soldi semplici per un pezzo, lontani da occhi indiscreti.