REDAZIONE MILANO

Giù le mani dalla mensa La protesta in Giusti

Ristagni d’acqua e insetti: cucina interna “svuotata“. I genitori: "Transitorio?. Pagheremo quando riaprirà"

Stavano passando fuori dalla scuola primaria Giusti quando hanno visto che "stavano svuotando la mensa": da qui è scattato l’allarme e il tam-tam dei genitori, con lettere di protesta indirizzate a Palazzo Marino e a Milano Ristorazione. "Abbiamo saputo della chiusura della mensa interna, un fulmine a ciel sereno, e ci sembra una vigliaccheria perché avviene all’insaputa di tutti", tuona Claudia Paltrinieri che, oltre ad essere tra i commissari della mensa, si occupa della ristorazione scolastica dal 2009 e che dal 2015 - con Foodinsider - monitora menu e stato di salute dei servizi mensa di tutta Italia. Il pensiero è andato subito a un "risparmio di costi": "La nostra scuola finirà per essere servita dal centro cucina più industriale d’Italia che produce un potenziale di 20.000 pasti al giorno": il timore dei genitori della Giusti. La mensa - nei locali della primaria - rifornisce anche la scuola dell’infanzia, oltre all’asilo e alle elementari Palermo e alla materna Capponi: 1.600 i pasti cucinati e serviti ogni giorno.

Nel tardo pomeriggio è arrivata la rassicurazione. "Chiusura temporanea per interventi tecnico-manutentivi improrogabili", nessuna “delocalizzazione“. Ci sono ristagni d’acqua sotto il pavimento, da risolvere con un intervento invasivo. Nel frattempo la scuola sarà servita dal centro cucina Colleoni. Anche se non sono chiare le tempistiche e, in serata, a scuola è circolata voce anche di una disinfestazione in corso, causa insetti, probabilmente attirati dai ristagni. "Il fatto che non sarà smantellata è una buona notizia – commenta Paltrinieri – anche se chiediamo informazioni chiare e vogliamo certezze. Avere una mensa interna è un valore aggiunto e un investimento, come dimostrano i dati scientifici di uno studio dell’Università di Torino, che ha spinto quel Comune a riaprire cucine interne per avere un servizio mensa di qualità, meno scarti e cibo che conserva tutte le proprietà nutrizionali che rischiano di perdersi negli spostamenti dai centri cottura alle scuole". Studio che, insieme a quello dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, è stato allegato in calce alle lettere. Nonostante le "rassicurazioni", le famiglie stanno valutando alcune azioni di protesta. "Sarà sola una chiusura transitoria? Allora pagheremo il servizio solo quando riaprirà la nostra cucina".

Si.Ba.