Giovanni Storti, sfogo social sulle buche in via Bramante: "Sono ferite che sanguinano"

Video ironico su Instagram per denunciare la pessima situazione del manto stradale: "E' un miracolo che non si sia ammazzato nessuno"

Giovanni Storti e le buche in via Bramante

Giovanni Storti e le buche in via Bramante

Milano - “Ci sono le ferite dell’asfalto che sanguinano. Come tutte le ferite, andrebbero curate. Perché immaginatevi di dover passare con una bicicletta o con un motorino, cosa succede? Guardate come sono profonde”.

Giovanni Storti ricorre all’ironia per attirare l’attenzione su un problema serio: la manutenzione stradale e tutto quel che ne consegue, sicurezza in primis. Il comico del popolare trio Aldo, Giovanni e Giacomo ha pubblicato sulla sua pagina Instagram un breve video in cui mostra un paio di grosse buche in via Bramante, dove abita, colorandone i contorni con un liquido rosso: “Le ferite sanguinano, vanno curate. Li vogliamo spendere sti due soldi per farlo visitare da uno specialista questo asfalto o no?!”.

Come nasce l’idea di questo ironico video di denuncia? “E’ venuta al mio vicino. Erano mesi che chiamavamo il Comune e continuavano a rispondere che il problema era stato preso in carico. Preso in carico, preso in carico ma nessuno si presentava a sistemare la strada. Così ci siamo detti, proviamo a fare qualcosa di estremo. Ed è saltata fuori l’idea della performance da pubblicare su Instagram”.

Ha funzionato? “Ho pubblicato il video ieri e oggi si sono presentati, finalmente, a sistemare le buche. Memo male, è un miracolo che non si sia ammazzato nessuno. Se non si riparano, le buche si allargano in maniera clamorosa. In via Bramante c’è anche il problema del tram con le sue vibrazioni. In alcune strade sono state messe delle strisce di materiale più morbido per attutirne l’impatto, qui non ancora e l’asfalto alla lunga ne risente”.

Da appassionato ciclista, come giudica in generale la politica comunale nei confronti della mobilità dolce? “Bisognerebbe fare di più ma capisco che il problema, ormai annoso, sia a monte. Se entrano in città 700mila auto al giorno diventa complicato risolvere la questione della viabilità. Servirebbero interventi strutturali, dal potenziamento del servizio ferroviario regionale alla creazione di parcheggi di interscambio”.

Cosa pensa di misure come Area B o la pista ciclabile di corso Buenos Aires, che hanno sollevato diverse polemiche? “Area B è un buon tentativo di limitare l’ingresso delle auto in Milano. Fosse per me lo vieterei a tutti i mezzi, perlomeno in Area C, ma immagino sia un tantino esagerato. La ciclabile di corso Buenos Aires non è il massimo ma ben venga: le accolgo tutte, anche quelle un po’ estreme, sono pur sempre segnali che vanno in una certa direzione”.

Palazzo Marino dovrebbe osare di più sul fronte mobilità sostenibile? “Il Comune sta facendo poco per far sì che le auto non entrino in Milano ma, come ho detto, è un problema strutturale che non riguarda solo l’amministrazione cittadina. C’è innanzitutto il tema delle risorse, a maggior ragione in questo periodo difficile: capisco che le priorità possano essere altre rispetto alle buche in via Bramante. Poi c’è l’aspetto culturale che riguarda tutti noi. Vedo genitori che vanno a prendere i figli a scuola in auto, lungo un percorso che potrebbero fare tranquillamente in bici. Ci vorrebbe un cambio di mentalità”.

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