Giovani precari e spaventati dal futuro: solo uno su 10 intende avere un figlio

È la fotografia scattata da Eupolis, l’Istituto di Ricerca regionale

Una famiglia (Foto di repertorio)

Una famiglia (Foto di repertorio)

Milano, 13 dicembe 2017 - Solo un lombardo su dieci ha intenzione di avere un figlio. È la fotografia scattata da Eupolis, l’Istituto di Ricerca regionale. Se i «propensi in generale» ad avere figli sono circa il 60% degli intervistati, è altrettanto vero che solo il 10% sta cercando di fare un figlio. Il tasso di fecondità regionale è pari a 1,44 figli per donna, superiore a quello italiano (1,35), ma inferiori a molti Paesi europei. A incidere sui dati il problema dell’insicurezza sociale. Uno stato a cui concorrono l’aumento della precarizzazione del lavoro, la preoccupazione per il futuro dei figli e il timore che si abbassi la qualità dei servizi, soprattutto in campo assistenziale e sanitario.

Secondo l’indagine, poi, manca «una cultura del sostegno alla generatività» e, per avere un riscontro positivo, «basterebbe garantire a ogni neonato un posto in un asilo nido per dare un primo forte, e apprezzatissimo, segnale di svolta». Per il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, occorre «pensare a nuove politiche di sostegno alla famiglia che aiutino i giovani a fare figli, perché se non c’è questa volontà concreta, la nostra società non può avere futuro». Il presidente dell’aula lombarda ha ricordato anche gli effetti della crisi demografica: «Abbiamo oggi 150 anziani ogni 100 giovani, si prevede che fra trent’anni ce ne saranno 250 su 100». Secondo il candidato dei 5 Stelle alla presidenza della Regione, Dario Violi, «oltre ad accendere inutilmente luci sul Pirellone per il Family Day, la Regione ha fatto poco o nulla per sostenere concretamente le famiglie.

Nei punti chiave del nostro programma regionale c’è il sostegno alle imprese che stabilizzano i lavoratori e la promozione delle politiche di conciliazione famiglia lavoro». Il 15% della popolazione dichiara di occuparsi costantemente di un parente affetto da una malattia cronica o da disabilità. E oltre il 50% di questi afferma di dedicare almeno due ore al giorno per prestare loro assistenza. Un quinto di persone o famiglie lombarde vive quotidianamente in presenza di problematiche di solitudine o di malattia cronica e di handicap, percentuale in continua crescita. Sempre secondo Eupolis, tra i giovani da 18 a 34 anni il 62% dichiara di lavorare, mentre il 14% non studia e non lavora (Neet). Si tratta della metà del valore medio nazionale, ma è un dato più alto della Germania e dei Paesi scandinavi. Tra i Neet, quasi la metà (6,8% del numero complessivo) afferma di non essersi mai impegnato nella ricerca di un lavoro dopo la fine degli studi.

Il volontariato e l’impegno politico interessano solo un’esigua minoranza della fascia giovanile lombarda: il primo è indicato come principale attività dal 5%, il secondo dal 4%. Da rilevare anche che il tasso di occupazione femminile è del 57%, contro una media Ue al 64%. Sui Neet la vicepresidente del Consiglio lombardo in quota Pd, Sara Valmaggi, dice che sono «un numero significativo, che deve interrogarci sulla necessità di trovare soluzioni adeguate e risposte capaci di dare maggiore fiducia e stabilità alle prospettive di vita dei nostri giovani».

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