Milano, Gaber e la sua quinta F al Cattaneo: "Noi, i ragionieri filosofi"

l documentario Classe 39 è pronto. Cerca alleati

Giorgio Gaber

Giorgio Gaber

Milano, 14 febbraio 2018  - Che classe la quinta “F” del 1958 al Cattaneo: una classe da film. In primis per uno dei «soggetti» che compare sul registro: tal Giorgio Gaberscik, al secolo Gaber. E poi perché i suoi compagni davanti alla cinepresa ci sono finiti per davvero. Giorgio Arnaldo Massari, produttore del cortometraggio “Jonah”, firmato dal regista austriaco Michael Maschina e premiato anche a Manhattan, aveva “convocato” al Cattaneo i compagni ancora in vita del cantautore, un paio di anni fa, per una riunione di classe speciale. L’obiettivo? Creare un documentario “Classe 39”, appunto, ma soprattutto, rendere omaggio al papà che era parte di quella famosa quinta F. Il documentario è stato ultimato. Prodotto da Tiche Italia, è rimasto - per ora - un gioiello “privato”, ma chissà che trovi presto distribuzione. I contatti con la Fondazione Giorgio Gaber, che aveva benedetto il progetto, non erano mancati durante le riprese. La curiosità resta. 

«È stata un’emozione incredibile – racconta il papà del regista, Arnaldo Massari, ex compagno di Gaber –. Siamo tornati a scuola: tutto, a parte le porte, è rimasto come ai tempi». Hanno incontrato anche i loro «eredi». «Erano in maglietta, ai tempi si andava in classe in giacca e cravatta». Il ricordo più bello di Gaber? «I calci al pallone in piazza Vetra: aveva la poliomielite ma non si tirava mai indietro. In classe era sempre attento, studiava». Media del 7 abbondante in quinta, e pazienza per quel 5 in italiano scritto. «Gli insegnanti erano severissimi, chi non aveva almeno un 5?», ricorda Massari, che incrociò il compagno più famoso in terza e con lui arrivò sino al traguardo, l’agognato diploma, senza perdere un colpo e in quella “F” ben nota per la sua vivacità intellettuale.

«La nostra era una classe attiva – ricorda Massari, che ha sempre lavorato nell’editoria –. Con me c’erano Gianni Fodella, professore universitario, e Alberto Garocchio che è diventato anche senatore. Avevamo chiesto corsi aggiuntivi, abbiamo inserito filosofia, e abbiamo anche aperto una banca interna al Cattaneo. Finimmo al tg regionale della Rai». I ragazzi della quinta F furono i primi a contestare un prof, sfilando in presidenza: «Chiedavamo che oltre alla ragioneria dello Stato ci insegnasse la ragioneria privata. A Milano, centro delle aziende, erano anni intensi». A quei tempi Gaber ragioniere già sognava la musica. «Un nostro compagno gli chiese: “Cosa vuoi fare dopo? Musica? Ma come fai se non la sai leggere? Dedicati ad altro”. Adesso ci ride su: “Meno male che non mi ha dato retta”». «Non eravamo ragionieri “stretti”, cercavamo una logica e un collegamento in tutte le attività – ribadisce la quinta F – il Cattaneo era la migliore scuola di ragioneria di Milano» e ha sfornato oltre a grandi imprenditori, a cominciare da Giovanni Battista Pirelli, anche attori - come Cochi Ponzoni, Pozzetto e Beruschi - e artisti del calibro di Lucio Fontana e Piero Portaluppi. Anche la vita dell’architetto milanese è diventata un film, “L’Amatore”.

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