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Giardino chiuso da mesi: colpa della tettoia

Tensostruttura mai autorizzata, così l’oasi verde a due passi da corso XXII Marzo resta con il cancello serrato

Piante secche, tappeti di foglie, cumuli di rifiuti. Non ci sono bambini che giocano e neppure adulti seduti sulle panchine ai piedi dei due murales di Millo, l’artista Francesco Camillo Giorgino che con le sue figure umane, grovigli urbani e cuori dipinti sulle facciate dei palazzi accanto, ha impreziosito il Giardino delle Culture di via Morosini a pochi metri da corso XXII Marzo.

Un’area pubblica di 1.250 metri quadri rinata nella primavera del 2015 dopo essere stata strappata al degrado grazie a realtà di quartiere, Comune e Municipio 4, e che ora sembra viaggiare nella direzione opposta: "Questa piccola oasi è chiusa da agosto e resta abbandonata. Perché?", domandano gli abitanti del quartiere, tristi nel vedere il cancello sempre serrato in questo luogo che era diventato un punto di riferimento, teatro di spettacoli a cielo aperto, eventi culturali e di socializzazione, spazio per piccoli e grandi, arredato con le panchine extra large approdate in via Morosini dal padiglione della Germania dopo l’Expo e una tensostruttura che funge da tettoia sotto la quale si giocava a carte, si mangiava o si studiava.

Ed è proprio questa tettoia, il problema: "Non è in regola, la posa non è mai stata autorizzata formalmente e soprattutto manca il collaudo - spiega Elisabetta Carattoni, assessore del Municipio 4 a Cultura e sicurezza -. Una questione che è venuta a galla di recente, nonostante la posa risalga a più di 5 anni fa. Non si può riaprire il giardino prima di aver sistemato la questione: stiamo reperendo la documentazione necessaria per effettuare il collaudo. E’ indispensabile per la sicurezza di tutti".

Da Palazzo Marino evidenziano che "non è un problema di stabilità. Alla base c’è una questione da risolvere, legata all’autorizzazione della tettoia". Al momento, solo un corridoio di pochi metri, circondato da nastri di plastica, è percorribile per raggiungere un mezzo parcheggiato in cui, solo in alcuni giorni, si effettuano test rapidi sierologici Sars-Covid 19. Sospeso anche il Patto di collaborazione con l’associazione Giardino delle culture new che si prendeva cura del sito.

"Non appena la tensostruttura sarà messa a norma, il Patto si riattiverà - sottolinea Alessandro Pellarin, presidente dell’associazione. Noi vorremmo ricominciare le attività, iniziando magari con un concerto da trasmettere in streaming, e speriamo di poter organizzare il festival del jazz da giugno. Vorremmo coinvolgere sempre di più gli abitanti anche nella cura del luogo. Alla base c’è la partecipazione".

Sebastiano Gravina, presidente del Comitato di quartiere 22 marzo, tra i cittadini più attivi, negli anni, per tenere in buone condizioni il giardino, auspica che "questo posto torni a essere un fiore all’occhiello della zona".

Marianna Vazzana