Spari in tribunale, difesa: "Giardiello in parte incapace di intendere e volere"

Sulla scorta della consulenza, è probabile che l'avvocato, Andrea Dondè, chieda al gup di Brescia il rito abbreviato subordinato a una perizia psichiatrica

Claudio Giardiello

Claudio Giardiello

Milano, 11 gennaio 2016 - Claudio Giardiello, l'imprenditore che uccise tre persone il 9 aprile 2014 nel palazzo di Giustizia di Milano, aveva una "grave riduzione della capacità di intendere e di volere" al momento del fatto. E' quanto sostengono nella loro relazione, visionata dall'Ansa, i consulenti della difesa nell'inchiesta affidata alla Procura di Brescia.

"Relativamente alla capacità di intendere e di volere - scrivono gli esperti incaricati dalla difesa, Carlo Boscardini, Stefano Broetto e Maria Barrera - è possibile affermare che, fino all'epoca immediatamente precedente i fatti, il periziando era in grado di intendere e di volere, sia nella gestione della propria quotidianità, sia nei rapporti interpersonali". "La capacità di intendere e di volere - aggiungono - è progressivamente scemata nei giorni precedenti il fatto, raggiungendo il suo apice nel momento in cui, a seguito di un atteggiamento di eclatante rifiuto" di uno dei suoi avvocati di continuare ad assisterlo, "il periziando si è sentito per l'ennesima volta abbandonato e tradito". Sulla scorta della consulenza, è probabile che il difensore di Giardiello, Andrea Dondè, chieda al gup di Brescia il rito abbreviato subordinato a una perizia psichiatrica. 

Secondo quanto raccontato dallo stesso Giardiello ai consulenti della difesa, l'imprenditore pensò per la prima volta di acquistare un'arma per uccidersi nel 2009 . "Nel 2009 - scrivono gli psichiatri- medita di acquistare un'arma per suicidarsi, unico metodo considerato possibile per porre fine alla sua vita. Il primo tentativo di comprare una pistola si rivela un fallimento. Un amico, che dovrebbe procurargliene una, lo raggira e si intasca 1500". Giardiello decide quindi "di seguire l'iter per l' ottenimento del porto d'armi e si iscrive al poligono che frequenterà sino al 2011. Né dell'intenzione suicidale - concludono sulla scorta del racconto dell'imprenditore - né dell'acquisto di un arma (Beretta 9x21), farà parola con gli psichiatri territoriali".

Peraltro, proprio nel 2011 una perizia psichiatrica su Giardiello venne sollecitata nel processo d'appello contro la sentenza del giudice di Como che lo condannava per aver sottratto delle fiches al Casinò di Campione d'Italia. Un suo avvocato chiese fosse sentito il medico che aveva diagnosticato all'imprenditore già dal 2005 «sintomi legati a disturbi di personalità con il disturbo ossessivo-compulsivo con grado di dipendenza da gioco (casinò, roulette, slot machine)».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro