Gene Gnocchi scende in politica con il suo "Movimento del nulla"

Al Teatro Parenti il programma elettorale ironico e irriverente che si fa beffa della politica. Un one man show in cui il comico affiancato da Diego Cassani si ispira alla Lepolda di Renzi

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di Diego Vincenti

Speriamo che qualcuno non lo prenda troppo sul serio. Visti i tempi potrebbe perfino accadere. E già in teatro comunque si distribuiscono gadget e tessere di partito, fosse mai che la cosa prenda piede. Per il momento però rimane tutto da ridere "Il movimento del nulla" di Gene Gnocchi, da martedì al Franco Parenti. Un one man show elettorale (per così dire) del comico emiliano, affiancato in scena da Diego Cassani. Qui a farsi beffe della politica e delle sue derive. Gene, ha deciso di scendere in campo?

"È la gente che me lo chiede. Durante l’ultima campagna elettorale ho iniziato a postare alcuni slogan, pensieri. E alla fine in tanti si sono domandati come mai non fossimo in lista. Ho quindi pensato fosse il momento di fondare ufficialmente il nuovo movimento".

Il Franco Parenti sarà la sua Leopolda?

"Sì, ci siamo ispirati molto a Renzi. Solo che noi pensavamo di ritrovarci alla Bernarda, ex casa chiusa di Cinisello Balsamo. Purtroppo nel frattempo l’hanno riaperta e così ci siamo dirottati sul teatro. L’obiettivo rimane quello di azzerare tutto, riuscire a fare quello che non è riuscito alla guerra, alla pandemia, agli asteroidi: arrivare al nulla per poi ripartire. Quello che proponiamo è l’Italia Tabula Rasa".

Lei è un rottamatore 2.0.

"Assolutamente sì. Senza se e senza ma".

I punti cardine del programma?

"Riguardo ad esempio alla Sanità vogliamo affiancare al medico di base il medico di altezza, che poi così diviso per due abbiamo l’area del distretto socio-sanitario. Ma stiamo lavorando anche per l’eutanasia a sorteggio, verrà provata al Franco Parenti. I fortunati saranno spediti direttamente in Svizzera con Marco Cappato".

Per la guerra che intenzioni avete?

"Sono amico di Putin, andavamo in vacanza insieme da ragazzi a Cecenia Marittima. So tutto di lui ma questo potrò condividerlo solo sul palco. Mentre per l’ambiente, stiamo facendo un ampio pensiero contro i pannelli fotovoltaici. Mia figlia ne ha infatti installato uno sulla casa della Barbie facendola sciogliere. Sono tragedie su cui bisogna riflettere".

L’impressione è che si diverta parecchio.

"Dico una marea di follie con l’aria di chi sta davvero decidendo le sorti del Paese. E questa è sempre la chiave della comicità. Per il resto stiamo già diffondendo le nostre tessere, abbiamo i soci-amiconi e i soci-fratelloni. Sì, mi diverto molto. Anche se in questo periodo un paio di cose mi hanno fatto rendere conto di essere un po’ avanti con gli anni. Sono infatti diventato nonno e mi hanno offerto la pubblicità di un montascale. Da questo capisci che qualcosa è cambiato".

Il montascale fa un po’ male. "Decisamente".

Ma lei si sente rappresentato da questa politica?

"Sono cinque anni che lavoro per i talk sull’argomento, prima con Floris e ora con Nicola Porro. Quello che mi stupisce è la mancanza di una visione. Non si va mai oltre la mezza giornata, un aspetto avvilente. Intorno non vedo quindi persone che mi possano rappresentare davvero".

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