Gel, plexiglas e guanti in lattice L’eredità del Covid finita in magazzino

La fine dell’emergenza ha reso inutili molti oggetti anti-contagi. Tra esercenti che se ne sono disfatti e altri che... non si sa mai

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di Annamaria Lazzari

Mascherine, gel igienizzanti, guanti in lattice, barriere "parafiato", sensori termici, disinfettanti chimici. Una pletora di soluzioni anti-coronavirus acquistate dai gestori di attività commerciali nelle fasi più critiche della pandemia. Anche a carissimo prezzo, a causa della difficoltà di reperimento all’ingrosso e dall’esplosione della domanda durante l’emergenza. Che fine hanno fatto? Quanto hanno speso piccoli, medi e grandi imprenditori per adeguarsi alle normative? Tanto, secondo le testimonianze che abbiamo raccolto in questa pagina. Ora, però, di quegli oggetti, a cui abbiamo giocoforza fatto l’abitudine, non c’è quasi più traccia. A distanza di oltre due anni e mezzo dall’identificazione del paziente uno il 20 febbraio 2020 a Codogno, gran parte dell’armamentario d’emergenza è stata dismessa. La fase endemica, la fine dello stato di emergenza (decretata il 31 marzo del 2022) e le decisioni del nuovo governo hanno accelerato il ritorno alla normalità. Qualche titolare si è liberato per sempre dei vari dispositivi. Altri, più prudenti, hanno preferito stoccarli nei depositi perché "non si sa mai".

Per chi non lo ricordi, molte novità furono introdotte nella cosiddetta fase 2, con le riaperture dopo il lockdown a partire dal 18 maggio 2020: ristoranti, parrucchieri ed estetisti, ma anche commercio al dettaglio, uffici, piscine, palestre, musei, furono sottoposti a indicazioni, obblighi e raccomandazioni che cercavano di combinare l’esigenza di ripartenza con quella di contenere il più possibile il contagio. Nei ristoranti, ad esempio, poteva essere rilevata la temperatura corporea ed era obbligatoria la presenza di gel e disinfettanti. Quando non erano seduti al tavolo, dipendenti e clienti dovevano indossare le mascherine; senza dimenticare le barriere in plexiglas e i menu online con il qr code. Nei negozi al dettaglio, in più i commercianti dovevano mettere a disposizione dei guanti monouso per toccare la merce. Accessi regolamentati, riorganizzazione degli spazi degli spogliatoi, igienizzazione degli attrezzi e frequente pulizia regolarono le attività nelle palestre. Lo stesso avvenne negli alberghi, dove poteva essere impedito l’accesso in caso di temperatura superiore a 37,5 gradi e i mantra erano il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro in tutte le aree comuni, anche in ascensore, la differenziazione dei percorsi e la sanificazione degli ambienti. Flash di una stagione che tutti vogliamo dimenticare, ma che ha lasciato dietro di sé un ricordo ingombrante anche su questo fronte.

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