È un elenco di 90 Comuni. Che, in ordine alfabetico, vanno da Abbadia Lariana (Lecco) a Vobarno (Brescia). Nel giugno 2023, per la prima volta, Regione Lombardia ha identificato i centri situati in “Area prioritaria“, quella dove la stima della percentuale di edifici oltre i 300 Bq/m3 di concentrazioni di radon indoor è superiore al 15%. Si tratta dell’unità di misura internazionale (Becquerel per metro cubo), che quantifica il numero di disintegrazioni al secondo di una sostanza radioattiva.
Sul sito di Arpa Lombardia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, c’è una sezione dedicata a questo gas nobile radioattivo che si forma in modo naturale dalla disintegrazione dell’uranio presente nel suolo. E che negli ambienti chiusi può raggiungere livelli particolarmente elevati. Il pericolo, infatti, si nasconde soprattutto a livello indoor: secondo l’Istituto superiore di sanità sono 900 i casi di tumore al polmone legati al radon respirato al chiuso in Lombardia (stima attesa all’anno). Bergamo, Sondrio e Brescia sono le province con più Comuni in “Area prioritaria“: qui si contano rispettivamente 33, 23 e 19 centri. Brescia guida la graduatoria per numero di abitanti coinvolti (60.307), seguita da Sondrio con poco più di 53mila. Molti sono piccoli Comuni, di montagna, ma non mancano cittadine di medie dimensioni della pianura come Ghedi nel Bresciano (18mila abitanti) o Castano Primo, nel Milanese (10mila). Sei le province coinvolte: oltre a Bergamo, Sondrio e Brescia ci sono Varese e Lecco - 6 Comuni a testa - e Milano, l’unica area non alpina o prealpina a comparire con Castano e Vanzaghello, a ridosso di Malpensa.
Un anno fa (11 gennaio) è stato adottato in Gazzetta ufficiale (diventando legge) il Piano nazionale di azione contro il radon 2023-2032. Tre gli obiettivi: riduzione della concentrazione di radon nei luoghi di lavoro con concentrazione superiore ai 300 Bq/m3; riduzione in almeno il 50% delle abitazioni nelle “Aree prioritarie“ e in cui sia stata riscontrato un livello superiore ai 200; verifica che il livello di concentrazione sia inferiore ai 200 negli edifici costruiti dopo il 31 dicembre 2024.
Luca Balzarotti